Se avessi potuto scegliere un titolo alternativo per questo post, sarebbe stato "le apparenze ingannano".
Dopo una delle voci più belle del Novecento (la nostra sempre amata Renata Tebaldi), passiamo ora ad illustrare le gesta canore della "donna più bella del mondo", il soprano Lina Cavalieri (1874-1944).
Perché dico che "le apparenze ingannano" visto che la signora fa una così deliziosa figura in questa foto? Beh, naturale, perché la foto non canta... perché, se cantasse, forse condividerete con me l'orrore per questa voce antica - orrore che mi richiama alla mente le sacrosante, sempreverdi parole di Anna Moffo quando disse "se canta male, falla essere anche brutta".
Ma veniamo ai fatti. Di umili origini, la Natalina (poi Lina) Cavalieri iniziò la carriera cantando nei caffè e in altri locali, ma presto, su consiglio del tenore Francesco Marconi, decise di dedicarsi all'opera. Dopo aver studiato con Maddalena Mariani-Masi (la leggendaria Gioconda), debuttò in Lisbona nei Pagliacci e subito dopo fu scritturata per una Bohème al San Carlo di Napoli. La nostra cantante fu impegnata soprattutto a Parigi, Montecarlo e San Pietroburgo, ma forse l'evento per cui soprattutto la si ricorda è la trionfale serata al Metropolitan di New York in cui cantò Fedora al fianco di un'altra leggenda (metropolitana) dell'opera, Enrico Caruso, e soprattutto il particolare "scabroso" del bacio che si scambiarono in scena...
Il repertorio del nostro soprano includeva Violetta, le due Manon, Thais, Fedora e Tosca.
Ho detto Tosca? E allora, che Puccini sia! Ecco una... ehm... clamorosa Cavalieri (accompagnata da un'orchestrina che è tutta un programma) cantare Vissi d'arte:
e ancora più meravigliosa di quanto sia mai stata mentre si cimenta in In quelle trine morbide:
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