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venerdì 17 febbraio 2012

Signori di fuori son già i suonatori: prossimamente Milano, Londra e New York

Deve esserci qualcosa nell'aria. Forse il freddo ha dato alla testa a qualcuno! 
Infatti, abbandonando la tradizionale omertà superstiziosa che di solito accompagna la gente di teatro, negli ultimi giorni non uno, ma ben due pezzi grossi dell'opera europea ci hanno messi al corrente di alcuni degli eventi che ci stanno preparando per il prossimo futuro.


Partiamo dalla Scala. In conferenza stampa il sovrintendente Lissner ha annunciato quello che sarà il programma del teatro milanese da qui all'expo che si terrà, appunto, a Milano, nel 2015. 
Nel 2013 ricorrono ben due bicentenari di nascita, quelli di Giuseppe Verdi e di Richard Wagner. Ciò significa, era piuttosto facile prevederlo, una massiccia presenza (come se già non si vedesse troppo, e mi riferisco soprattutto al bussetano) di loro opere nei cartelloni. Da quello che vedo, dovrò sopportare (o meglio cercare di schivare, salvo cast entusiasmanti) una grandissima (Abnorme, ECCESSIVA!) quantità di titoli del compositore a me meno gradito (e per chi non l'avesse capito, mi sto riferendo al Peppino nazionale).
Coraggio, Aspasia! Il 2013 prima o poi finirà!
Schematizzo per semplificare la lettura (e perché ho una smodata passione per gli elenchi puntati XD) le principali novità per quanto riguarda Milano (fonte):
  • 7 dicembre 2012: Lohengrin con Kaufmann, Pape, Harteros, Barenboim a dirigere, Guth regista (e si sapeva). Inizio fin da ora le preghiere per trovare un biglietto (per una replica ovviamente, anche se dovrò sorbirmi Claus Guth, l'incubo delle vostre blogger)
  • 7 dicembre 2013: Traviata con Diana Damrau (che debutterà nel ruolo il prossimo settembre a Bilbao) diretta da Gatti. Nuovo allestimento di Tcherniakov
  • 7 dicembre 2014: Fidelio diretto da Barenboim con regia di Warner
  • giugno 2013: due Ring completi, ognuno nell'arco di una settimana,  con la regia di Guy Cassiers (Das Rheingold e Die Walküre sono già stati rappresentati, Siegfried si vedrà  ad ottobre, mentre Götterdämmerung dovrebbe essere presente nella prossima stagione)
  • 2013: Der fliegende Holländer con Bryn Terfel protagonista
  • 2013: ripresa di Don Carlo, direttore Luisi
  • 2013: ripresa di Aida, direttore Noseda
  • 2013: nuova produzione di Falstaff con Harding sul podio
  • 2013: nuovo Nabucco diretto da Luisotti
  • 2013: nuovo Oberto diretto da Battistoni
  • 2014: Trovatore diretto da Battistoni
  • 2015: Triologia popolare diretta da Battistoni
  • Macbeth, nuovo allestimento di Barberio Corsetti (quello della Zelmira pesarese di qualche anno fa, per intenderci)
  • Un ballo in maschera con la regia di Michieletto e Rustoni sul podio
  • Maggio 2015: Turandot con Nina Stemme diretta da Chailly (sembra si eseguirà il finale composto da Luciano Berio)


L'altra personalità che in questi giorni si è fatta loquace è il neobaronetto Antonio Pappano, direttore musicale della Royal Opera House di Londra. Stando ad un'intervista radiofonica, prossimamente il maestro dirigerà al Covent Garden (fonte) :
  • Król Roger con Mariusz  Kwiecien
  • Aufstieg und Fall der Stadt Mahagonny
  • Guillaume Tell, inciso nel 2010 (se non sbaglio) con i complessi dell'accademia di Santa Cecilia
  • Manon Lescaut, probabilmente nella stagione 2013/2014 con Harteros e Kaufmann
  • Andrea Chénier, sembra nella stagione 2014/2015 con Jonas Kaufmann nel ruolo eponimo
  • Cavalleria Rusticana / Pagliacci
Aggiungo di aver appreso da una fonte che al momento non ricordo, che a Londra ci sarà anche una ripresa della Donna del Lago vista in autunno alla Scala con un cast più o meno invariato (Florez, DiDonato e Barcellona nei ruoli principali) e Mariotti a dirigere, e Robert le diable di Meyerbeer (che io sentirei MOOOOLTO volentieri). Mesi fa avevo letto di Florez e della Damrau nei ruoli principali. Chi lo sa... E poi c'è la Norma della Netrebko di cui ho parlato qualche giorno addietro.



Per concludere, visto che siamo in tema di programmazione futura, La Cieca ci annuncia quello che molto probabilmente si vedrà al Met nei prossimi anni come titolo d'apertura (i cast segnalati tra parentesi sono mie supposizioni o notizie apprese da fonti incerte):
  • 2012: L’elisir d’amore, con Netrebko, Polenzani, Kwiecien; direttore, Gavanelli; regista, Sher. [Sono proprio sicuri? La Netrebko Adina? Ormai sono passati gli anni buoni per il suo Elisir...]
  • 2013: Eugene Onegin, con Netrebko, Semenchuk, Beczala, Kwiecien; direttore, Gergiev [sarebbe la terza inaugurazione di fila con la Netrebko. Fantasia...]
  • 2014: Le nozze di Figaro, regia di Grandage, direzione di Levine [se ce la fa a riprendere, è da ormai qualche mese che manca dal podio] (Schrott come Conte, Pisaroni come Figaro, Isabel Leonard Cherubino e magari la quarta Netrebko di fila come Contessa...)
  • 2015: Der Rosenkavalier (DiDonato o Garanca come Octavian, Fleming per la Marescialla)
  • 2016: Tristan und Isolde (Netrebko O.O, più realisticamente la Stemme o la Dalayman ma potrebbe scapparci anche una Voigt con Kaufmann o Gould)
  • 2017: La forza del destino (Urmana o Harteros o Radvanovsky con Alvarez o Kaufmann)

mercoledì 25 gennaio 2012

Il grammofono: The Enchanted Island in HD ossia l'esperimento riuscito




Anzitutto, vi rifilo qui gli interpreti così il grosso del lavoro è fatto:
Joyce DiDonato, Sycorax
David Daniels, Prospero
Luca Pisaroni, Caliban
Danielle de Niese, Ariel
Lisette Oropesa, Miranda
Anthony Roth Costanzo, Ferdinando
Plácido Domingo, Neptune
Layla Claire, Helena 
Elizabeth DeShong, Hermia
Paul Appleby, Demetrius
Elliot Madore, Lysander


Metropolitan Opera House Orchestra & Chorus
direttore, William Christie


Insomma, ieri sera è andata in onda la trasmissione dell'Enchanted Island, prima mondiale di un pastiche barocco su musiche di Rameau, Vivaldi, Handel e chi più ne ha più ne metta. Essendo questa una prima mondiale, non ce la potevamo perdere, anche perché io, se continuo su questa pessima strada del "non mi va bene niente", difficilmente potrò assistere a un'altra prima di qualcosa che mi vada a genio...


... e forse che io non intervenga alle prime è un bene, chissà. L'ultima volta, per Le nozze di Figaro che il Luca cantava al Festival di Salisburgo due anni e mezzo fa, sono arrivata in teatro a dieci minuti dall'inizio, masticando una Wiener schitzel (Aspasia non me ne voglia se l'ho scritto scorretto) trangugiata in fretta e furia perché l'omino del chiosco ce l'aveva fritta sul momento, annullando il largo anticipo che ci eravamo prese. Non contenta di questo, avevo anche in mano una bottiglia di Coca Cola, mentre intorno a me tutte le befaniche dive teutoniche bardate a dovere si facevano immortalare da doviziose schiere di fotografi. Io, dal canto mio, avevo il mio bel daffare a schivarli...

Anche stavolta, c'era il Luca a consolarmi dalle disavventure preoperistiche (avevo litigato di nuovo col passaggio a livello di cui al Don Giovanni)... Un momento, Ho detto il Luca! Chi diavolo è quel tizio in divisa scimpanzé, la faccia pesantemente truccata di bianco e giallo e la folta chioma di rasta? E poi, andiamo, è troppo basso per essere il Luca! Con l'andazzo caracollante e gobbo che ha tenuto per tutta l'opera (per non mettere in soggezione i comprimari con la sua altezza, presumo) chi l'avrebbe riconosciuto? Poi, per fortuna, ha aperto bocca per cantare e tutto è andato in ordine. Era lui, proprio il nostro melodioso Luca che continua ad incantare quando fa il cattivo.


Perché fa il cattivo? Beh, povero, aveva i suoi buoni motivi per essere arrabbiato: Prospero, che in passato aveva amato e abbandonato sua madre, Sicorax, si era impossessato della sua isola e anche dello spiritello Ariel, loro servo. Sedici anni dopo questo tradimento, Prospero ordisce un piano per assicurare la felicità di sua figlia Miranda e fuggire dall'isola. Il piano consiste nel far naufragare la nave della famiglia reale (fra cui c'è il giovane principe Ferdinando, destinato ad amare Miranda) sulla costa dell'isola.


A causa di uno scambio di pozioni, però, la tempesta colpisce la nave sbagliata e porta sull'isola due coppie di innamorati, che si perdono di vista dando luogo ad equivoci con Calibano e Miranda. Che poi, diciamola tutta. Questi quattro (di cui uno si chiama Lysander, l'altra Hermia e solo per una sfacciata fortuna gli altri due rispondono ai più banali nomi di Elena e Demetrius) si presentano in scena su una barchetta che, se avete visto Amadeus, somiglia a quella con cui Constanze e compagnia salpano alla fine del Ratto. Ma non è questo il punto. Il punto è che avevano dei costumi BELLISSIMI, soprattutto il completo celeste coi ricami bianchi del tenore. Fra me e me mi dicevo compiaciuta "Adesso si ragiona! Speriamo che stiano in scena a lungo!"


Non l'avessi pensato! Dopo aver finito il gioioso quartetto (Siamo la coppia più bella del mondo e ci dispiace per gli altri. Ovviamente sto scherzando), la nave si inabissa e loro scompaiono. Quando, uno per uno, ricompaiono in scena, i costumi sono sbrindellati a dovere come per un vero naufragio! NOOO! Addio, bel giacchino con le perle! Addio, scarpette col fiocchetto! Addio, bei cappellini! Addio, nastri, fronzoli e trine! Lascia ch'io pianga mia cruda sorte!


Intanto, la strega Sicorax ha preparato una pozione per riacquistare i poteri (e, già che c'è, la giovinezza) e rimpossessarsi dell'isola. Non pensa però solo a se stessa, perché, capitatale a tiro Elena, le fa un incantesimo perché si innamori di Caliban, con cui poi gironzolerà e si farà spiegare le meraviglie esotiche dell'isola (esilarante il recitativo del Luca in cui riassume così il loro idillio "Fra noi non era solo una questione di botanica... ma anche di chimica!").


Demetrius (quello della giaccia celeste) è intanto capitato a tiro di Ariel, che, convinta che si tratti di Ferdinando, lo fa innamorare di Miranda (e lei di lui) con un incantesimo. Per farla breve, si scopre che non si tratta di Ferdinando. Ariel va a cercarlo sperando di trovarlo. Trova Lysander. Gli fa l'incantesimo. Incanta anche Miranda, che si dimentica di Dimitri, che però è ancora innamorato di lei. Per celebrare l'evento, Ariel fa comparire dei palloncini e un drappo di benvenuto sul fondale, ma... Si scopre che anche quella volta Ferdinando l'ha fatta franca.
Ariel, decisa a rimediare al suo errore, scende negli abissi per invocare l'aiuto di Nettuno. E come ci scende! Con un costumino da palombaro! E come la accoglie il Nettuno-Topone? Dicendole che ormai è stanco e vecchio! Sturiamoci bene le orecchie, perché credo che sarà l'ultima volta che il Topone ammetterà di avere un'età (Sibillo decrepito!). Il riferimento non ha divertito solo me, perché il poco diplomatico (ma tanto alla mano) pubblico del Met si è sganasciato all'affermazione. Proprio come in un telefilm americano...





Il primo atto (sì, questo è soltanto il primo atto) si chiude con la delusione di Prospero.


Nel secondo atto le cose vanno lentamente apposto: Elena ritrova Hermia e rivede Demetrius, per cui abbandonda Caliban, che, disperato, evoca una visione (risolta con un coloratissimo balletto) per consolarsi, rischiando di esserne travolto. L'incantesimo è infranto da Prospero.
Ariel riesce a far sì che i quattro innamorati si ritrovino, ciascuno con lo sposo giusto e Miranda trova finalmente il suo Ferdinando, per cui non serve la magia: i due si innamorano a prima vista. In sostanza, ci hanno tenuti sulle spine per due ore e mezza per farla finire così! E no!

Come me deve averla pensata anche Sicorax, che compare per rivendicare i suoi diritti con un cappello da corsaro con le piume di fagiano e un mantello che grida Papagena Papagena Papageeeena! Difatti, sulle prime Prospero è poco disposto a trattare, ma poi arriva Nettuno e come resistere al Topone? Da parte sua, Sicorax perdonerà a Prospero i torti passati e Prospero assicurerà la libertà ad Ariel...
Fino a questo momento, Ariel aveva un costume color bronzo. Al momento della liberazione, compare in scena con un completo color oro... UGUALE, dico UGUALE, a quello del Re Sole nelle vesti di Apollo. Qui si copia...


L'allestimento era incorniciato da un arco fisso che, con le proiezioni, diventava un ingranaggio, un mostro e quant'altro per rendere più efficace la scena. Ai lati estremi, si collocavano il laboratorio di Prospero e la casa di Sicorax. La foresta era quanto più selvaggia possibile, con grovigli di rami, poca luce, animali mostruosi e tutto ciò che poteva dare l'idea di un mondo lontano e incontaminato. Il capolavoro, però, rimane il fondale marino, costruito su misura di Topone per farlo figurare con tutta la solennità possibile. Alcune delle sirene erano appese in aria per dare l'idea della profondità, la sala del trono prevedeva il trono rialzato al centro e i coristi disposti ai lati di esso, dietro delle sagome di sirene e tritoni da cui facevano capolino soltanto le teste.


Adesso due parole sui cantanti. In generale non ci sono grosse pecche da rilevare: la Sicorax di Joyce DiDonato, tecnicamente impeccabile, è stata convincente nell'evoluzione del personaggio, da vecchia decrepita a sfavillante giovane, in grado di trascinare il pubblico nella sua aria di vendetta e anche di intenerirlo mentre consola Caliban in preda agli spasimi per la delusione d'amore; Daniels ha reso con cura un Prospero malandato in salute ma ancora determinato a spuntarla, con punte di eccellenza nel malinconico finale del primo atto; il Luca ha saputo tratteggiare bene il suo personaggio "cavernicolo" ma in cerca di una tenerezza che il suo aspetto respinge; ben assortite anche le due coppie di innamorati.


Voluttuosa nota di biasimo, invece, per lo spiritello Ariel, creaturina che nelle intenzioni doveva essere simpatica e che invece è stata assegnata all'inqualificabile De Niese. E' stata una disperazione dall'inizio alla fine, con una voce di per sé spiacevole e estremamente sgraziata, che meriterebbe una sana revisione dall'acuto al grave, per non parlare delle sguaiatissime agilità che hanno fatto gridare "Vogliamo la Bartoli!" (non credevo l'avrei mai detto) al momento di Agitata da due venti (per l'occasione ribattezzata in altro modo, ma non ricordo le parole riadattate).


Ovviamente, l'eroe della serata non poteva che essere il Topone, ancora sulla cresta dell'onda (non a caso interpreta Nettuno) per quanti anni abbia. Salvo un paio di brevissime defaillance, ha dimostrato ancora una perfetta padronanza del suo strumento, tale da giustificare il caloroso applauso "in fiducia" al suo ingresso, non fosse che per lo splendore della scenografia e per la sigla della Champions League (scusa, Georg Friedrich, ma così è se vi pare...).


Bella la direzione di Christie, ben ordinata ed elegante, un tocco che ci voleva in quest'opera così particolare.


Insomma, io sono uscita soddisfatta dal cinema e con la sensazione di aver visto quasi quattro opere in una. Anche questa ha quel che di onirico proprio di tutte le opere barocche (onirico nel senso che si dà il buonanotte alla trama perché l'importante è vezzeggiare quelle benedette ugole d'oro), ma, a causa della trama intricata, ha riassunto in se stessa tutti gli elementi a noi noti.

mercoledì 7 dicembre 2011

Il grammofono: Rodelinda in HD

Oggi ci toccherà bella. Dalla Scala ci propineranno un Don Giovanni che promette tuoni e fulmini e che, più che allettarmi, mi preoccupa. In effetti, le notizie che si sono succedute in questi giorni sono inquietanti, ma alla fin fine nulla che esuli dal solito regista onnipotente e imprescindibile a discapito di quell'imbecille del compositore che non conosceva la differenza fra sincope e semicroma e quell'illetterato del librettista che confondeva l'endecasillabo con la metafora... Beh, staremo a vedere (con gli occhi fuori dalle orbite, temo...).


Soprattutto, questo Don Giovanni lo vivremo ancora peggio visto che siamo felicemente reduci dalla Rodelinda trasmessa ieri sera dal Metropolitan.
Ecco il cast:
Rodelinda: Renée Fleming
Eduige: Stephanie Blythe
Bertarido: Andreas Scholl
Unulfo: Iestyn Davies
Grimoaldo: Joseph Kaiser
Garibaldo: Shenyang
Orchestra del Metropolitan
diretta da Harry Bicket
Prima di cimentarmi nella descrizione della serata, vorrei fare due appunti:
1. è assai triste che in Italia sia talmente raro (praticamente impossibile) sentire Handel che l'unica volta in cui lo trasmettono è al cinema e dall'estero. Bisognerebbe decidersi a tirare fuori questo compositore dalla naftalina, nei pochi anni che ancora rimangono ai teatri italiani se continueremo così (ma almeno avremo la consolazione di finire in gloria);
2. in sala (capienza circa cento-centoventi posti) eravamo in CINQUE: io, Aspasia, la nostra amica della scorribanda londinese, e due signori sulla cinquantina. FINE. Dov'erano tutti? È uno SCANDALO! È INAMMISSIBILE! Ma è anche comprensibile visto che potremmo ormai chederci con don Abbondio «Georg Friedrich! Chi era costui?» Il Met, invece, era eloquentemente pieno come un uovo...
Insomma, per questo Olimpo di privilegiati (talmente pochi che le Muse nel Parnaso ci superavano di numero...) è andata in scena una delle più belle opere di cui sono stata spettatrice, non solo musicalmente, ma anche scenograficamente. E qui partiamo con una cronaca che, una volta tanto, non sarà nera.
La scenografia e i costumi. Dire che erano meravigliosi è poco: l'ambientazione era settecentesca, nonostante l'epoca longobarda immaginata nel libretto, ma l'anacronismo è scusabile poiché richiamava l'epoca del compositore. Le comparse e i protagonisti giravano con improbabili parrucche boccolose, calzette di seta, pantaloni alla zuava e, le donne, con ampi vestiti ricamati. Molto bello soprattutto il vestito di Rodelinda nel terzo atto, blu con bordi in oro, e la giacca di rappresentanza di Grimoaldo, su cui non c'era più spazio per i lustrini tanto era carica.
Gli ambienti (camera da letto, cortiletto interno, cimitero, stalla, prigione e sfarzosa biblioteca a due piani che da sola valeva l'opera) cambiavano come se fossero mossi da un tapis-roulant, salvo per la prigione sotterranea in cui la scena si sollevava. Dagli esterni del castello, abbiamo postulato che lo scenografo sia venuto ad ispirarsi qui in Friuli al castello di Villalta e, quanto al fondale agreste, ricordava la campagna toscana al massimo del suo splendore. Tutto il mondo è paese, no? Ma mi viene da piangere al pensiero di quello che ci aspetta stasera...



VILLALTA

La direzione è stata sostanzialmente buona, rapida ma non forsennata e coinvolgente. Le uniche pecche sono stati dei brevi sbandamenti dei fiati, che a quanto pare aspettano sempre noi per andare in crisi (rimane memorbile quello di Rinaldo).
I cantanti sono stati tutti all'altezza della situazione, ma forse quella che mi è piaciuta di meno è stata proprio la primadonna Renée Fleming, in seria difficoltà negli acuti e abbastanza limitata anche nel grave. Talora problematici anche gli acuti di Joseph Kaiser, che per il resto non aveva altre carenze salto alcuni pasticci con le doppie e le scempie. Comunque l'ho apprezzato di più nell'aria del primo atto che nelle seguenti, in cui erano maggiormente percepibili le difficoltà.
Niente male l'Eduige di Stephanie Blythe, la più applaudita dal pubblico in sala, benché fra noi siano volati alcuni commenti bonariamente maligni sulla sua stazza non proprio minuta e sul fatto che, se si fosse fatta giustizia da sé e avesse preso a ceffoni l'usurpatore, probabilmente l'opera sarebbe finita con due atti d'anticipo.
I due controtenori, Scholl e Davies, vocalmente più chiari della Renata, sono stati degli ottimi comprimari, estremamente soddisfacenti benché nel duetto a conclusione del secondo atto fra Bertarido e Rodelinda i due fossero a tratti dissonanti.
La Cina è vicina con il cattivo Garibaldo, Shenyang, estremamente trascinante (sarà che io ho un debole per i cattivi) e privo dei difetti di pronuncia che spesso menomano i cantanti orientali. Oltre ad essere l'unico tutto d'un pezzo della trama (troppo realistico per trionfare in un libretto settecentesco - difatti non arriva alla fine...), ha avuto anche un'uscita ad effetto in groppa ad un cavallo vero che forse, di tutte le bizzarie che in questi tempi si chiedono ai cantanti, è stata la trovata più simpatica e meno pericolosa.
Registro anche una sorprendente assenza di risatine da parte del pubblico, straordinariamente composto salvo per i comprensibili boati negli applausi finali.

Adesso non ci resta che sperare per il meglio per la prima alla Scala. Non per essere prevenuta, ma probabilmente domani vi troverete quattro colonne di imprecazioni. È il paradosso che comporta assistere a due opere con due intenti diversi in due giorni.

martedì 6 dicembre 2011

Signori di fuori son già i suonatori: Rodelinda in HD

Oggi è un grande giorno: è San Niccolò, una delle feste che due bambinone come noi non possono passare sotto silenzio. Difatti ci faremo in regalo di presenziare alla Rodelinda trasmessa per gentile concessione del Metropolitan.
Quest'anno, però, c'è una differenza di non lieve entità rispetto ai regali degli anni scorsi, perché quest'anno non sarà il solito Niccolò a portarci i doni:

QUEST'ANNO, IL 6 DICEMBRE ARRIVA LA BEFANA

dove per Befana si intende lei:


la Renata Fleming.

Non serve aggiungere che siamo esaltate come per la Prima Comunione.

A stasera!

venerdì 4 novembre 2011

Il grammofono: Don Giovanni live in HD



Un moto di gioia mi sento nel petto...
Sarà scontato, visto che parlo dell'amato Wolfy, ma questo verso esprime in modo esauriente il mio stato d'animo all'uscita dal cinema dove io e Armida abbiamo assistito alla proiezione di Don Giovanni.
Onestamente ero partita con non poche riserve. Insomma... il cinema... Di certo non è un luogo che comunemente si associa all'opera. Certo. Non è come andare a teatro, manca l'atmosfera unica che si ha entrando in questi "templi" della musica, il contatto "diretto" con gli esecutori e così via. Ciò nonostante ho trovato l'esperimento (per me, visto che in realtà questa è tutt'altro che la prima esperienza di trasmissione) molto interessante. Innanzitutto l'aspetto visivo. L'alta definizione ci consente di apprezzare dettagli, come i costumi o le espressioni dei volti, che in teatro solitamente sfuggono (e anche la bellezza soprattutto della Frittoli e della Rebeka). Certamente ci sono ancora difetti, qualche primo piano di troppo e cambi di inquadratura un po' "spiazzanti", ma il complesso mi pare assolutamente soddisfacente. 
Discorso leggermente diverso per l'audio. Certamente è un mio problema, ma io non sopporto un volume troppo forte, indipendentemente dal tipo di musica. Per il mio gusto personale quello di ieri sera era un po' troppo alto. A parte questo il suono (anche se non sono un'esperta) mi è sembrato di ottima qualità. Certo, non si coglie il volume delle voci, ma questo vale anche per dischi e trasmissioni radiofoniche.

Veniamo allo spettacolo.
In un periodo di allestimenti perlopiù orribili, quello visto ieri sera mi è parso attraente come un'oasi nel deserto.
Sullo sfondo la facciata, a dire il vero un po' scolorita, di un palazzo con balconi e finestre da cui uscivano i personaggi che in certe occasioni si apriva per mostrare scene d'interno. Libretto sostanzialmente rispettato, costumi SPLENDIDI.
La direzione di Luisi non mi ha entusiasmato; a parte delle imprecisioni di coordinazione tra buca e palco, la mia impressione generale è stata di scarsa fantasia: siamo arrivati tranquilli alla fine, ma senza particolari emozioni. Molto buona la prestazione di Marina Rebeka (Donna Anna): bella presenza scenica (forse un tantino fredda, ma Da Ponte non ha lasciato intendere molto di diverso) , timbro piacevole anche se un po' "aguzzo", padronanza dell'estensione e fraseggio adeguato. La Donna Elvira di Barbara Frittoli è stata molto coinvolgente, anche se leggermente forzata in acuto. La peggiore delle donne è stata senza dubbio Mojca Erdmann (Zerlina), soprano dal timbro non particolarmente piacevole, fraseggio inesistente, dizione migliorabile e insufficiente resa del personaggio. In altre parole, ieri l'ho sentita, domani la dimentico.
Fra gli uomini spicca la prova del nostro amato Luca Pisaroni. Se devo dirla tutta, il suo Leporello dello scorso anno a Glyndebourne non mi aveva del tutto convinta, invece questa prova mi ha letteralmente conquistata. E' stato senza dubbio il mattatore della serata, sia scenicamente che vocalmente, senza scadere in caratterizzazioni volgari che vanno di moda tra certi suoi colleghi...
Un po' meno brillante Kwiecien (Don Giovanni). Ottimo nella recitazione, ma meno fascinoso vocalmente: canta quasi tutto correttamente me non brilla.
Come Don Ottavio Vargas ha dimostrato belle intenzioni nel cercare di tratteggiare un personaggio nobile, anche se non sempre la voce ha risposto adeguatamente.
Non particolarmente significativi, ma corretti, Joshua Bloom (Masetto) e Stefan Kocan (il commendatore).

Un piccola nota. Quello che negli Usa e in altri paesi è stato trasmesso in diretta, da noi è arrivato in differita.  Tenuto conto di questo, i 15 euro pagati mi sembrano un po' troppi. Visto che si trattava di una novità, sarebbe stato interessante tenere i prezzi più bassi per incentivare l'affluenza di pubblico, a dire il vero scarsina, eravamo in 26, magari convincendo qualcuno che di solito non frequenta i teatri. Aggiungo anche che l'iniziativa è stata scarsissimamente pubblicizzata. Io, per venirne a conoscenza, ho dovuto tenere d'occhio il sito della catena che distribuiva l'evento in Italia, a sua volta scoperto navigando su quello nel MET...
Ho detto pubblico scarso, ma comunque presente (un trafiletto sui giornali secondo me avrebbe fatto molto, ma accontentiamoci) e soprattutto attento e variegato. In sala erano rappresentate tutte le fasce d'età (salvo i bambini) con una rilevante presenza di giovani. Cogliendo i commenti all'uscita dalla sala (che si è svuotata solo al termine della proiezione, che ha mostrato anche le uscite alla ribalta e una buona dose di applausi) mi è parso di capire che regnasse una generale soddisfazione con punte di entusiasmo. La distribuzione, all'uscita, di sconti per una delle prossime proiezioni credo che incentiverà ulteriormente i presenti a tornare, e magari anche a spargere la voce e a portarsi dietro qualche amico. Io lo farò di certo!

Ps. Il pubblico newyorkese è noto per ridere a sproposito. L'ha fatto anche ieri. Finale Ah dov'è il perfido. Alla frase di Donna Anna
Lascia, o caro, un anno ancora
allo sfogo del mio cor
è partita la risatazza. Fossi stata la Rebeka avrei tirato una granata sulla platea XD.


Dal blog di Amfortas potrete evincere un'altra versione dei fatti

giovedì 20 ottobre 2011

MTV: Finalmente!

Durante l'intervallo della trasmissione in HD di Anna Bolena dal Met, la buona vecchia Renèe (che però noi familiarmente chiamiamo Renata) Fleming ha intervistato tre componenti del cast del Don Giovanni attualmente in scena a New York e che a breve verrà trasmesso nei cinema di tutto il mondo.



Barbara Frittoli esprime perfettamente quello che hanno pensato tutti i melomani italiani quando hanno scoperto che le dirette del Met sarebbero state fruibili anche in Italia: "FINALMENTE!"
Peccato però che, almeno per l'Anna Bolena, i cinema aderenti all'iniziativa fossero tutti troppo lontani per permetterci di presenziare... Preghiamo intensamente affinché un cinema più accessibile trasmetta Don Giovanni.
Per il resto, intervista sostanzialmente abbastanza inutile, salvo per avere il piacere di rivedere in circolazione Kwiecien dopo l'incidente alla schiena.

Note (assolutamente futili, quindi necessarie) a margine:
- IL Luca deve aver pensato che sarebbe stato intervistato da seduto; non posso spiegare altrimenti giacca camicia e cravatta da matrimonio abbinati ad una specie di jeans (che già io DETESTO per principio) per giunta bruttini. Orsù Luca!
- La Renata si sta befanizzando che è un piacere.
- La Frittoli sfoggia al collo un'imitazione del turibolo di Santiago de Compostela.
- La Renata che, alla parole del Luca, che ricorda quando da bambino ascoltava alla radio le dirette del Met, mugolava commossa sapeva tanto di nonna che si compiace delle prime parole del nipotino. XD

martedì 11 ottobre 2011

Signori di fuori son già i suonatori: La rivincita del Commendatore

Giovedì 13 alle 19.30 (ora di New York) la prima di Don Giovanni al MET.
Partiamo dalle formalità. Questo è il cast:


Conductor: Fabio Luisi
Donna Anna: Marina Rebeka
Donna Elvira: Barbara Frittoli
Zerlina: Mojca Erdmann
Don Ottavio: Ramón Vargas
Don Giovanni:
 Mariusz Kwiecien
Leporello: Luca Pisaroni
Masetto: Joshua Bloom 
The Commendatore: Stefan Kocàn 






Anzi. Questo ERA il cast. 
Eh sì! Mai rilassarsi, il nostro amato Wolfy ci riserva sempre delle sorprese.
Stamattina accendo il computer e scopro che il Don Giovanni inizialmente previsto (Kwiecien) ha avuto un incidente durante la prova generale ed è stato costretto a saltare (almeno) la prima. A sostituirlo è stato chiamato Peter Mattei, forse meno "affascinante" come seduttore impenitente, ma più proporzionato (fisicamente) al suo Leporello XD.


Sembra che Kwiecien sia stato ferito alla schiena durante il duello col Commendatore. Incredibile ma vero! Dopo secoli di soprusi, finalmente l'anziano padre è riuscito a vendicare l'onore della figlia (la quale, ad aspettare che Don Ottavio si muova, rischia seriamente di diventare nonna XD)! 


Peccato che la premiata ditta Mozart-da Ponte non abbia approntato una versione alternativa per quest'eventualità!    

martedì 6 settembre 2011

Levine cancella

Periodaccio per la lirica e chi la "anima". Dopo la notizia della prematura scomparsa di  Salvatore Licitra (eviterò di produrmi in un coccodrillo, non sono capace di esprimermi in queste situazioni, inoltre ne sono stati già scritti tanti da gente più brava di me), ecco un'altra infausta novella (anche se meno tragica): James Levine, mentre era in vacanza, è caduto, riportando una frattura ad una vertebra. Per questo motivo non dirigerà "Don Giovanni" e "Siegfried". Il MET ha annunciato che sarà sostituito da Fabio Luisi, appena nominato direttore principale dell'orchestra del teatro.