Una volta tanto, il post che curo per questa rubrica non avrà intenzioni diffamatorie e pregiudizievoli. Allorché Aspasia aveva pubblicato il suo splendido post su una delle mie cantanti preferite, Giulietta Simionato, il mio pensiero era corso subito alla sua altrettanto grande e straordinaria rivale, Fedora Barbieri, cosicché il contrasto - per una volta e una volta sola - non sarà fra antichità e modernità, ma semplicemente rievocherà una rivalità sincronica e documentata.
Che poi, scherzi a parte. Quando il nome "Fedora!" mi era balenato in mente (sì, proprio così, spontaneo e imperioso), assieme al bel faccione della NOSTRA Fedora (e nostra non soltanto per lo spazio del presente post, visto che la signora era nata a Trieste e quindi in una città prossima alle nostre), ma assieme ad essa si erano materializzate contemporaneamente anche le immagini di QUESTA Fedora, quantomeno operisticamente coerente...
e poi di QUEST'ALTRA fedora, giusto per non abbandonare del tutto i miei propositi dissacranti neanche questa volta:
Tornando però alla signora Barbieri, ve la voglio proporre in questo post mentre interpreta musiche di Verdi, compositore che il mezzosoprano aveva all'attivo assieme ad altri, più insoliti nomi (per l'epoca) quali Monteverdi, Pergolesi e Gluck.
Ed eccola dunque cimentarsi in Re dell'abisso, affretati da Un ballo in maschera.
Non poteva poi mancare un glorioso Stride la vampa! dal Trovatore:
E dulcis in fundo O don fatale dal Don Carlo:
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