Oggi andiamo a esplorare il mondo rossiniano di Claudio Desderi.
Visualizzazione post con etichetta Il barbiere di Siviglia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Il barbiere di Siviglia. Mostra tutti i post
lunedì 15 giugno 2020
lunedì 14 ottobre 2019
Cantami o Diva: Mario Del Monaco canta Rossini
Oggi vi propongo qualcosa di bizzarro e, per me, quasi incredibile: Mario Del Monaco, ben più noto per i suoi ruoli verdiani e pucciniani, alle prese con arie rossiniane.
lunedì 27 agosto 2018
Cantami o diva: Tancredi Pasero canta Rossini
Giunse alfin il momento di aggiungere l'illustre nome di Tancredi Pasero a questa specialissima rubrica, facendo ammenda per averlo trascurato finora per dar spazio ad altri illustri e rinomati colleghi del basso torinese (1893-1983).
giovedì 23 novembre 2017
Per lui che adoro: Ascolti per Dmitri Hvorostovsky
Non so neanche da dove cominciare questo post, tanto più che non avrei mai creduto che l'ora di commemorare uno dei miei cantanti preferiti sarebbe arrivata così presto. Sarà ormai giunta anche a voi la notizia della dipartita del grande baritono russo Dmitri Hvorostovsky, scomparso ieri dopo una lunga malattia.
Etichette:
Dmitri Hvorostovsky,
Evgenij Onegin,
Giacomo Puccini,
Gioacchino Rossini,
Giuseppe Verdi,
Il barbiere di Siviglia,
Il trovatore,
Per lui che adoro,
Pëtr Il'ič Čajkovskij,
Rigoletto,
Tosca
lunedì 31 luglio 2017
Cantami o diva: Conchita Supervia canta (?!) Rossini
Non lasciatevi ingannare dalle apparenze. Questa deliziosa signora impellicciata non è qui solo per fare bella figura e per rimediare con le sue superbe apparenze ai luoghi in cui il mio modesto scritto farà acqua da tutte le parti, ma, essendo stata una delle più famose primedonne dell'inizio del secolo scorso, è venuta per cantare.
domenica 4 settembre 2016
30 days of opera: giorno 2 (Armida)
Giorno 2: la tua aria maschile preferita.
Niente romanticherie per me! Meglio LA CALUNNIA E' UN VENTICELLO.
Niente romanticherie per me! Meglio LA CALUNNIA E' UN VENTICELLO.
lunedì 10 dicembre 2012
martedì 3 luglio 2012
Cara immagine ridente: Favole rossiniane
Una serata a cui tutti avremmo voluto partecipare (da spettatori, beninteso)
La domestica di casa Rossini annunciò, una sera, la visita di una signora, già venuta al mattino mentr'egli era andato a fare la solita passeggiata. Era una scozzese, giunta proprio allora a Parigi da Firenze, dove aveva preso lezioni di canto dal celebre maestro Pietro Romani. La sua idea fissa era quella di cantare in presenza del Rossini. Senza preamboli, apre il rotolo di carta che portava, ne trae la cavatina del Barbiere di Siviglia, la spiega sul pianoforte, si avvicina al Maestro e vuole trascinarlo verso l'istrumento per essere accompagnata da lui. Egli si scusa, propone uno degli astanti per renderle questo servigio, ma tutto è inutile. Le occorre il Rossini. La cosa diviene comica.
Il Maestro però tiene duro e manda al piano il giovane Stanzieri. La disgraziata, alla fine della cavatina, fu a punto di strozzarsi. Il Maestro stava impassibile come il Giove olimpico, mentre alcune signore presenti soffocavano dalle risa sotto i loro ventagli.
venerdì 4 maggio 2012
Cara immagine ridente: Favole rossiniane
Come comporre un'ouverture. Manuale pratico con parole e musica di Gioacchino Rossini (per cui, in teoria, dovrebbe trattarsi di un metodo affidabile)
Aspettate sino alla sera prima del giorno fissato per la rappresentazione. Nessuna cosa eccita più l'estro, come la necessità, la presenza di un copista che aspetta il vostro lavoro, e la ressa d'un impresario in angustie che si strappa a ciocche i capelli. A tempo mio in Italia, tutti gli impresari erano calvi a trent'anni. Ho composto l'ouverture dell'Otello in una cameretta del palazzo Barbaja, ove il più calvo ed il più feroce dei direttori mi aveva rinchiuso per forza, senz'altra cosa che un piatto di maccheroni, e con la minaccia di non poter lasciare la camera, vita durante, finché non avessi scritta l'ultima nota. Ho scritto l'ouverture della Gazza Ladra il giorno della prima rappresentazione, sotto il tetto della scala dove fui messo in prigione dal direttore, sorvegliato da quattro macchinisti che avevano l'ordine di gettare il mio testo dalla finestra, foglio a foglio, ai copisti, i quali l'aspettavano abbasso per trascriverlo. In difetto di carta da musica, avevano l'ordine di gettare me dalla finestra. Pel Barbiere feci meglio: non composi ouverture, ma ne presi una che destinavo ad un'opera semiseria, chiamata Elisabetta. Il pubblico fu arcicontento. Ho composto l'ouverture del Conte Ory stando a pesca, coi piedi nell'acqua, in compagnia del signor Aguado, mentre costui parlava di finanze spagnuole. Quella del Guglielmo Tell fu scritta in circostanze presso a poco simili. In quanto al Mosè, non ne feci alcuna.
E, come riporta la nota in calce nel mio volume delle Lettere del Gioak, questi consigli erano stati inviati a un artista esordiente dietro sua richiesta. Deve essere stato incoraggiante. :)
Iscriviti a:
Post (Atom)