Una serata a cui tutti avremmo voluto partecipare (da spettatori, beninteso)
La domestica di casa Rossini annunciò, una sera, la visita di una signora, già venuta al mattino mentr'egli era andato a fare la solita passeggiata. Era una scozzese, giunta proprio allora a Parigi da Firenze, dove aveva preso lezioni di canto dal celebre maestro Pietro Romani. La sua idea fissa era quella di cantare in presenza del Rossini. Senza preamboli, apre il rotolo di carta che portava, ne trae la cavatina del Barbiere di Siviglia, la spiega sul pianoforte, si avvicina al Maestro e vuole trascinarlo verso l'istrumento per essere accompagnata da lui. Egli si scusa, propone uno degli astanti per renderle questo servigio, ma tutto è inutile. Le occorre il Rossini. La cosa diviene comica.
Il Maestro però tiene duro e manda al piano il giovane Stanzieri. La disgraziata, alla fine della cavatina, fu a punto di strozzarsi. Il Maestro stava impassibile come il Giove olimpico, mentre alcune signore presenti soffocavano dalle risa sotto i loro ventagli.