lunedì 4 settembre 2017

Cantami o diva: Luisa Tetrazzini canta Donizetti

Il grazioso pappagallino che vedete qui sopra immortalato è stato deliberatamente usato come pretesto per includere nella foto uno dei più significativi soprani italiani che siano apparsi sul palcoscenico a cavallo fra fine Ottocento e inizio Novecento, la sorridente, giunonica Luisona Tetrazzini, soprano che all'epoca era stato considerato addirittura "di portata storica" per aver ridato lustro e importanza al canto virtuosistico italiano, che da alcuni decenni era diventato appannaggio di soprani d'Oltralpe. Tuttavia, le sue virtù canore non sortirono solo plausi, ma anche critiche, perché quando il buon Toscanini si riferì a lei come a un "soprano pirotecnico", lo fece più per criticare la sua mania per gli abbellimenti e gli ornamenti eccessivi piuttosto che per lodarne la tecnica... tecnica che al giorno d'oggi sembra più sorpassata che mai a tutti coloro che purtroppo non ascoltano un cantante soltanto col cuore, ma anche con l'organo veramente preposto a dare un (sia pur arbitrario e soggettivo) giudizio vocale: l'udito.
La Tetrazzini era specializzata in un repertorio da soprano leggero, che includeva ruoli come Dinorah e Margherita degli Ugonotti, Ofelia nell'Amleto, ma anche ruoli belcantistici e verdiani, fra cui quelli donizettiani che vado a proporvi immediatamente e fra cui spiccano le donizettiane Lucia di Lammermoor e Linda di Chamounix.

Lucia di Lammermoor

Regnava nel silenzio


La scena di pazzia

Linda di Chamounix
O luce di quest'anima

Io credo che, se esistessero registrazioni canore del pappagallino con cui la Tetrazzini si era fatta immortalare (facendo, peraltro, la gioia di tutti gli animalisti di ieri e di oggi), l'effetto prodotto non sarebbe stato tanto dissimile da quello ottenuto dalla sua padrona.
Come posso concludere? La foto col pappagallino mi ha fatto impazzire di amore e tenerezza per la Luisona, un amore che avrei tanto voluto riversare su questa donna anche come artista, ma purtroppo la mia venerazione per lei non potrà andare oltre l'apparato fotografico e... calligrafico, perché la signora non infarciva di "svolazzi" soltanto le sue arie, ma anche la sua grafia. A conclusione di questo sproloquio scritto e cantato, allego in calce l'autografo della diva, così da dare a tutto questo una conclusione da documento ufficiale.


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