Il grazioso pappagallino che vedete qui sopra immortalato è stato deliberatamente usato come pretesto per includere nella foto uno dei più significativi soprani italiani che siano apparsi sul palcoscenico a cavallo fra fine Ottocento e inizio Novecento, la sorridente, giunonica Luisona Tetrazzini, soprano che all'epoca era stato considerato addirittura "di portata storica" per aver ridato lustro e importanza al canto virtuosistico italiano, che da alcuni decenni era diventato appannaggio di soprani d'Oltralpe. Tuttavia, le sue virtù canore non sortirono solo plausi, ma anche critiche, perché quando il buon Toscanini si riferì a lei come a un "soprano pirotecnico", lo fece più per criticare la sua mania per gli abbellimenti e gli ornamenti eccessivi piuttosto che per lodarne la tecnica... tecnica che al giorno d'oggi sembra più sorpassata che mai a tutti coloro che purtroppo non ascoltano un cantante soltanto col cuore, ma anche con l'organo veramente preposto a dare un (sia pur arbitrario e soggettivo) giudizio vocale: l'udito.
Lucia di Lammermoor
Regnava nel silenzio
La scena di pazzia
Linda di Chamounix
O luce di quest'anima
Io credo che, se esistessero registrazioni canore del pappagallino con cui la Tetrazzini si era fatta immortalare (facendo, peraltro, la gioia di tutti gli animalisti di ieri e di oggi), l'effetto prodotto non sarebbe stato tanto dissimile da quello ottenuto dalla sua padrona.
Come posso concludere? La foto col pappagallino mi ha fatto impazzire di amore e tenerezza per la Luisona, un amore che avrei tanto voluto riversare su questa donna anche come artista, ma purtroppo la mia venerazione per lei non potrà andare oltre l'apparato fotografico e... calligrafico, perché la signora non infarciva di "svolazzi" soltanto le sue arie, ma anche la sua grafia. A conclusione di questo sproloquio scritto e cantato, allego in calce l'autografo della diva, così da dare a tutto questo una conclusione da documento ufficiale.
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