martedì 3 luglio 2012

Cara immagine ridente: Favole rossiniane

Una serata a cui tutti avremmo voluto partecipare (da spettatori, beninteso)

La domestica di casa Rossini annunciò, una sera, la visita di una signora, già venuta al mattino mentr'egli era andato a fare la solita passeggiata. Era una scozzese, giunta proprio allora a Parigi da Firenze, dove aveva preso lezioni di canto dal celebre maestro Pietro Romani. La sua idea fissa era quella di cantare in presenza del Rossini. Senza preamboli, apre il rotolo di carta che portava, ne trae la cavatina del Barbiere di Siviglia, la spiega sul pianoforte, si avvicina al Maestro e vuole trascinarlo verso l'istrumento per essere accompagnata da lui. Egli si scusa, propone uno degli astanti per renderle questo servigio, ma tutto è inutile. Le occorre il Rossini. La cosa diviene comica.
Il Maestro però tiene duro e manda al piano il giovane Stanzieri. La disgraziata, alla fine della cavatina, fu a punto di strozzarsi. Il Maestro stava impassibile come il Giove olimpico, mentre alcune signore presenti soffocavano dalle risa sotto i loro ventagli.





Lo Stanzieri riprese tranquillamente il ritornello, ma con malizioso artefizio, al da capo, alzò la cavatina di un tono. La signora non era da tanto da accorgersi del tranello, e perciò si aspettava un cataclisma! Appena ebbe cantato alcune battute: "Ah! Ho troppa paura", disse. "E poi ho la voce affaticata; così non potete giudicarmi, maestro; vi assicuro che il Romani ha sempre detto che io canto come la Malibran..."
"Dopo tutto ciò che ho udito" rispose il Rossini, "posso dichiarare che la Malibran non ha mai cantato come voi".
"Oh! Quanto bene mi fate, dicendo così. Ecco ciò che significa cantare innanzi ai grandi maestri! Essi almeno sanno giudicare. Questa sera telegraferò tutto ciò che mi avete detto a mio marito che è in Scozia; non l'ho più veduto da tre anni e i miei figli nemmeno, avendo io dovuto compiere i miei studi di canto in Italia. Domani ritornerò da voi e canterò l'aria della Cenerentola..."



"Signora" le disse il Rossini premurosamente, "poiché mi avete fatta questa confidenza, nonostante tutto il piacere che avrei di udirvi, la mia coscienza mi vieta di trattenervi più a lungo a Parigi; il dovere vi chiama presso il vostro consorte e i vostri figli... Partite domani per la Scozia. Voi sapete già tutto quello che potete apprendere".

BONUS TRACK. Ci voleva, perché mentre leggevo l'aneddoto il mio pensiero non è andato né a Mari Lyn né a Concita Supervia, ma a questa pregevolissima signora che si diletta di Semiramide.

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