lunedì 12 febbraio 2018

Cantami o Diva: Maestro Wenarto canta Verdi

Non è esattamente una donna il cantante con cui vado a rispondere alla Fedora Barbieri di Aspasia, ma, visto che il signore in questione si è cimentato più e più volte in arie che sono appannaggio proprio del repertorio femminile, non sarà del tutto fuori luogo collocarlo in questa sede.


Forse dal look e dalla coreografia sfoggiata nella foto precedente, qualcuno di voi avrà già capito dove voglio andare a parare, ma, se ancora alcuni di voi avessero dei dubbi, forse gli inconfondibili, soavi accenti di questa sublime esecuzione di O don fatale fugheranno ogni dubbio:


Ebbene sì, è proprio lui, Maestro Wenarto, che per fare onore a questa rubrica si esibirà in una serie di arie e cori (!?) verdiani per dimostrare al vasto pubblico tutte le potenzialità dell'ugola più versatile che abbia mai intonato (!?) nota.

Infatti, se il Primouomo Assoluto si è mostrato poc'anzi in grado di eseguire in modo... virtuosisticamente appropriato e consono un'aria per mezzosoprano, è anche vero che è capace di eseguire coi più sublimi accenti anche la più dolce e affascinante Celeste Aida che si sia mai udita:


L'esplorazione dei personaggi verdiani non si conclude qui e il Grande Maestro dimostra la sua grandezza anche in una splendida interpretazione di un'aria per soprano e il suo Mercè, dilette amiche ci porta davvero a chiederci perché cantanti come Joan Sutherland, Anna Moffo o Maria Callas si siano prese la briga di studiare quest'aria, quando (è bene sottolinearlo) un uomo si è fatto carico di realizzare quella che non può essere definita altrimenti che "l'editio princeps":


Dimostrazione suprema della spettacolarità vocale di Maestro Wenarto rimane comunque questa monumentale versione del Va pensiero, in cui il nostro, dimostrando peraltro un enorme altruismo, si fa carico di cantare per tutto il coro. Sì, lui, da solo:


Credo a questo punto che la vocalità di Maestro Wenarto abbia ricevuto un riassunto completo ed esauriente e pertanto vi lascio, ma non prima di aver sparato (è il termine giusto) l'ultima perla, che certo non poteva essere che Questa o quella dal Rigoletto:


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