lunedì 15 gennaio 2018

Cantami o Diva: Toti dal Monte canta Donizetti

Visto che Aspasia ha sparato un grosso calibro nella puntata precedente della nostra Gloriosa Rubrica, adesso tocca a me rispondere con altrettanta avvenenza (guai a chi si permette di obiettare su questo) e bravura (obiezioni accolte) tirando in ballo la simpaticissima e rotondissima Antonietta Meneghel, passata alla storia come Toti Dal Monte.


(La signora fa figura in questa foto, è vero? In effetti, confesso che è una delle mie preferite.)
La Totina, come veniva affettuosamente chiamata e come è ancora ricordata dai suoi ammiratori, aveva studiato con la celebre Barbara Marchisio ed era pertanto l'erede designata della migliore tradizione ottocentesca. La si ricorda per "l'immacolatezza del timbro, l'ingenuità (talvolta leziosa, ma spesso incantatrice) dell'accento, la lucentezza degli smalti, l'estensione (sino al mi bemolle sopracuto, nel periodo migliore), l'agilità sempre facile e nitida".
Fra i ruoli preferiti del soprano veneto c'era anche Linda di Chamounix, eroina dell'omonima opera donizettiana che qui vi propongo in un estratto addirittura commovente ("voi, che sapete" cosa intendo io con "commovente"):


Questo non fu l'unico approccio che la cantante aveva tentato nei confronti del grande compositore bergamasco, ma è solo quello più celebre, accanto a Maria nella Figlia del reggimento:




a Norina in Don Pasquale, che giustifica solo fino a un certo punto il fatto che io abbia definito la Totina "simpaticissima" all'inizio di questo post (vedi l'Epilogo):


e, naturalmente, non poteva mancare un cavallo di battaglia come Lucia di Lammermoor, che nella presente edizione è in effetti più ronzino che cavallo:

Epilogo. La Totina è stata una delle più amate cantanti dell'epoca pre-callassiana, ma ormai, come per molte altre di quelle interpreti, la signora appare come portatrice di una tradizione e di un modo di cantare che è passato di moda. Più che come soprano, io adoro questa donna in quanto narratrice. Sì, perché la Totina ha avuto la buona volontà di regalare ai posteri le sue memorie, pubblicate più di mezzo secolo fa col titolo Una voce nel mondo e in cui davvero la signora dà il meglio di sé con racconti e aneddoti (narrati in maniera spiritosissima) legati alla sua carriera e alle personalità da lei conosciute, non ultimo Arturo Toscanini, e con interessanti riflessioni su come il mondo dell'opera fosse vivace e dinamico in un'epoca che non è poi così lontana. Di tutti i monumenti che la signora ha costruito intorno alla sua voce, questo è quello che merita più di ogni altro di essere conservato per lungo tempo.

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