lunedì 10 aprile 2017

Parola... Parolissima: Cavatina

Sono certa che, se vi domandassi chi tra voi non avesse mai sentito questa parola, nessuno alzerebbe la mano. Oggi si parla della cavatina.




 La cavata del '600 era breve, libera, occasionale; la cavatina dell'800 fu ampia, regolare, necessaria. La prima fu mezz'aria, la seconda aria. Ma non subito, perché ancora nel "Farnace" di Traetta cavatina significava semplicemente cavata. "Un'aria senza seconda parte", come scrisse Charles Burney, è davvero al cavatina di Mozart, le poche volte che copare: "Porgi amor" o "Tradito schernito" non sono le grandi arie bipartite delle opere giocose di Mozart. E' solo con Rossini e i contemporanei che la cavatina comincia ad essere quello che sarà trionfalmente fino alla trilogia popolare di Verdi: una tipicissima aria bipartita che presenta il personaggio con una certa prestanza vocale e scenica che all'inizio non esclude la tripartizione.







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