lunedì 13 ottobre 2014

Parola...Parolissima!: Ombra

Siccome a "noi dell'opera" piace essere originali, col piuttosto diffuso termine ombra non definiamo, come fanno tutti i comuni mortali, l'area scura proiettata su una superficie da un corpo. No. Sarebbe banale.
A "noi dell'opera" piace di più il soprannaturale, che torna sempre utile per complicare trame, creare colpi di scena o dare un senso ad avvenimenti che, altrimenti, non reggerebbero. Per questa ragione per ombra si intende il fantasma, l'immagine di qualcuno.

Mioli ci dice che nella varia commistione col soprannaturale che caratterizza l'opera barocca e classica, le preghiere, le invocazioni, gli scongiuri, le evocazioni a volte hanno riscontro: era la scena d'ombra, nella quale l'ombra di un morto appariva misteriosamente suscitando orrore, pietà, deferenza e a volte forniva oscure ma illuminate profezie.

Veniamo ora agli esempi.

Non compare in scena, ma Lucia, in "Regnava nel silenzio", parla del suo incontro con un'ombra.         


Nella "Semiramide" di Rossini, invece, L'ombra di Nino è un personaggio, e canta pure!


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