Caro Wolfy, o Johannes Wolfgangus Theodorus Chrisostomus, o Wolfgang Amadè, o come preferisci (l'importante è che tu sappia chi sei...),
spero che sull'isola deserta di tua elezione per il tuo ritiro spirituale ti arrivi questa manifestazione di amore da parte delle tue scatenate blogger... E, visti i tempi che corrono e lo stato in cui è ridotta l'opera, ti conviene tenerci strette e non protestare quando troverai in allegato un brano da una tua opera incompiuta.
Non l'ho scelta per farti dispetto, non oserei mai inimicarmi il mio compositore preferito, non fosse che poi dovrei cambiare titolo a questo blog e sarebbe per me molto spiacevole modificare la presentazione e scegliermi un altro nume tutelare.
Piuttosto, ricorrere a questo pezzo dallo Sposo deluso in una ricorrenza particolare come quella che festeggiamo oggi (non capita tutti i giorni di compiere duecentocinquantasette anni e dico CCLVII), vuole essere un segno... come dire?
Di affetto?...
Di ringraziamento?...
Di simpatia?...
No! Colgo l'occasione per farti andare di traverso la torta che Jim Morrison o un altro dei tuoi compagni di solitudine ti ha cucinato per protestare! Avevi iniziato quest'opera così bene, cosa ti è saltato in testa di non finirla? Va bene che poi il Carli Ballola l'avrebbe definita uno dei "miserabili progetti di un effettivo teatro in musica, destinati, per sua e nostra fortuna, a rimanere allo stato embrionale", ma a me questa marcetta buffa iniziale piaceva. E mi piaceva ancora di più l'aria per tenore Dove mai trovar quel ciglio (che avrei voluto postare ai miei cinque alla seconda lettori ma che non ho potuto per motivi indipendenti dalla mia volontà. Per colpa della tecnologia, in sostanza). Insomma, visto che gli esordi erano di mio gradimento, avrei voluto vedere come sarebbe andata a finire. Invece, mi tocca accontentarmi dei cinque o sei pezzettini che ti sei degnato di scrivere prima di volgerti altrove. Ti perdono solo perché poi ci hai regalato le Nozze di Figaro.
Nonostante tutto ciò, io continuo a volerti bene, nella speranza che questo messaggio giunga fino a te, ti faccia riflettere (non si sa mai che, per uno scatto d'orgoglio, domani mattina busserai alla mia porta per mettermi in mano lo spartito completo e concluso) e ti faccia considerare che sarebbe ora di finirla di lasciare in giro tutti questi abbozzi tipo il Requiem, a cui devi il tuo mito, ma che a me dispiacciono perché non sapremo mai quale sarebbe stata la tua ultima parola...
Dopo averti strigliato per bene (questa possibilità viene una volta all'anno e devo approfittarne), cambio immediatamente registro e invio i miei migliori auguri per un ameno genetliaco al Maestro De Mozartini, o Trazom o chi più ne ha più ne metta... E ti impacchetto un regalo che spero ti sarà gradito... non fosse che è roba tua.
AUGURI!!!
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