martedì 24 gennaio 2012

Il grammofono: Don Carlo da Monaco

Metto le mani avanti: questa non sarà una recensione. Ho visto troppo poco e in maniera frammentaria per poter formulare un giudizio da pubblicare. Sarà piuttosto una riflessione.
In primo luogo, sono rimasta stupita dal vedere un allestimento di un teatro tedesco che finalmente si discosti dal trito e ritrito germanico teatro di regia. Non certo un'allestimento didascalico o ipersfarzoso, ma almeno la foresta di Fointanableu non era una balera anni '60 e la reggia di Filippo II la sede dirigenziale di un Kolchoz... Ma non ci siamo fatti comunque mancare la perla registica: il buon Reneè Pape (Filippo II) ha dovuto cantare "Ella giammai m'amò" a letto in camicia da notte con tanto di calzettoni arrotolati alle caviglie. Se l'obiettivo era rendere il re meno regale... ci sono riusciti! XD
Vorrei inoltre complimentarmi con la Bayerische Staatsoper per la splendida iniziativa. Lo streaming è certamente un mezzo molto valido per portare l'opera a chi, per vari motivi, non ci può andare. Inoltre, il fatto che si tratti di un servizio gratuito, potrebbe incentivare un maggior numero di persone almeno a dare un'occhiata. E poi, chi lo sa...
La qualità video mi è parsa molto buona, anche se, forse perché l'allestimento nasceva proprio così, il buio che regnava, per me (che sono cieca come una talpa), era un po' fastidioso. Anche l'audio non era male, anche se all'inizio mi pare di aver notato alcuni aggiustamenti in corsa (ma non ci metterei la mano sul fuoco).
Vorrei chiudere con un dato. La pagina dello streaming ha avuto circa 460.000 contatti da tutto il mondo. Un'enormità. Il precedente esperimento (per L'elisir d'amore), sempre della Staatsoper, si era fermato a circa 70.000. Una crescita notevole. 
A prescindere dal valore artistico di questa particolare produzione, sono dati che fanno riflettere: la domenica pomeriggio quasi mezzo milione di persone (ma anche di più, visto che davanti ad un computer possono sedersi più persone, come è successo a casa mia) ha assistito ad un spettacolo d'opera. Questo in concomitanza ad eventi sportivi, culturali, ma anche in un momento che solitamente si dedica allo shopping, o alle uscite con gli amici. Per me il dato è di assoluto rilievo, anche perché la fascia di età che più facilmente può essere venuta a sapere di quest'iniziativa (non so se in Germania ne abbiano parlato i giornali, ma nel resto del mondo, l'unico modo di apprendere la notizia era internet) è mediobassa, diciamo sotto i 45 anni. 
Speriamo che questi dati incentivino Monaco a continuare e che altri teatri prendano spunto: sarebbe un sistema eccellete per consentire agli appassionati di seguire i propri beniamini il più possibile, e per i neofiti per conoscere quest'arte e magari invogliarli ad andare a teatro.

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