martedì 16 agosto 2011

Operazione Miei rampolli femminini (Bologna, 12 Giugno 2011). Parte prima: L'antefatto

Questa non sarà una succinta recensione, ma la doviziosa attestazione delle follie che due scalcinate melomani commettono per inseguire i propri idoli, perciò, più che soffermarmi su pecche e virtuosismi degli interpreti, parlerò dei fatti miei... Non per mia vanagloria, perché non brillo propriamente come una stella del firmamento, ma perché mi sono divertita e voglio rendere partecipi gli altri.
La narrazione sarà divisa in due puntate, per rendere giustizia alla modesta me stessa e non far addormentare i miei lettori di sasso. In questa, narrerò l'antefatto al 12 Giugno 2011, data in cui io e Aspasia ci siamo recate in quel di Bologna per assistere alla Cenerentola, che aveva stuzzicato la nostra attenzione perché diretta da uno dei nostri direttori preferiti, Michele Mariotti (povero sventurato! Che fan gli sono capitate!).
Ora, come ho scritto, questa benedetta opera è andata in scena in Giugno: io, che mi fascio sempre la testa con tempistico anticipo, ero sulle spine già dal Novembre dell'anno scorso, quando la mia mente emotivamente instabile ma onirica-mente evoluta mi ha regalato un piacevole sogno. Ecco perché il caro, vecchio Nap (Napoleone) soleva dormire poco e solo quando decideva lui: per evitare fantasticherie pericolose... Avevo sognato che io e Aspasia planavamo al Comunale alla stregua delle sorellastre (siamo troppo maligne per litigarci il ruolo di Cenerentola) per bearci di quest'opera.
A tutta prima, la mia idea sembrava destinata a non spiccare il volo, soprattutto perché io ero convinta che l'opera fosse in Gennaio e che ormai fosse tardi per procurarsi i biglietti. Che io confonda opere, date e, nei casi estremi, addirittura teatri, è perfettamente normale. Esempio: collocavo il Sigismondo che è andato in scena al ROF l'estate scorsa, nientemeno che a Madrid e con un mese d'anticipo. Aspasia, santa donna, mi ha guardato con fare sconsolato e mi ha prontamente rimessa in carreggiata.
Per la Cenerentola, invece, non le avevo menzionato né le mie intenzioni e men che meno il mio sogno, per cui sono arrivata alle soglie di Gennaio in vigile attesa dell'opera, con la speranza che la trasmettessero alla radio...
Dove vegliavo? Patetico e antiquato, sul televideo, sulla striminzita paginetta dedicata ai teatri lirici. Ahimè, io e la tecnologia abbiamo un rapporto paragonabile a quello di Luigi XVI con la ghigliottina, e io sono Luigi XVI, purtroppo... Volevo scrivere qualcosa di allegro e questa parentesi mi sta deprimendo, per cui la richiudo immediatamente.
Insomma, isolata dal mondo contemporaneo, c'è voluto un pezzo prima che riuscissi a controllare sul sito del Comunale PERCHÉ la Cenerentola desiderata fosse restia a comparire sul televideo. La spiegazione era banale: avevo preso, more solito, fischi per fiaschi. DANNAZIONE!
La vergogna e i dubbi sull'effettivo funzionamento delle mie esauste celluline grigie si sono dileguati di fronte a una prospettiva più accattivante di quelle di Palladio: c'era ancora tempo! Potevamo tentare una sortita!
Ho agguantato Aspasia a tradimento, cioè nel bel mezzo di un pranzo, e lei, resa incauta dal desiderio di andare a teatro e paralizzata dalla degustazione di un piatto di patatine fritte, non si è potuta permettere lunghe repliche e ha acconsentito.
Chi mi frena in tal momento? L'unica persona che poteva dissuadermi era dalla mia parte!
Tutto ciò accadeva alla fine di Gennaio. Nella settimana successiva, ho cercato di venire a patti col sito del Comunale per capire i prezzi dei biglietti e le modalità di acquisto. Disdetta, per ottenere la riduzione grazie alla quale, data la nostra giovane età, avremmo pagato la metà, non c'era alternativa che presentarsi fisicamente in biglietteria.
Seconda battuta d’arresto, che questa volta sarebbe risultata definitiva, se non mi fossi intestardita al punto da escogitare un'ambiziosa contromossa: fare una spedizione punitiva a Bologna, in barba alle quattro ore di treno all'andata e delle altrettante al ritorno, recuperare i biglietti ridotti, pagare poco e figurare molto, siccome due primedonne del nostro calibro pretendono o la platea o il palco...
Per chi non mi conosce (cioè tutti, ahimè! :( ), io sono la signora delle ferrovie, colei che, quando l'anno scorso è venuta la bufera che ha paralizzato i treni, è riuscita a sfruttare ritardi e disgrazie altrui e arrivare alla meta con venti minuti d'anticipo. Volete che mi scomponga per un viaggetto a Bologna, città comodamente raggiungibile grazie al collegamento diretto e che è annoverata fra le mie preferite perché dispensa inesauribile di libri?
I libri, per me, sono una passione che somiglia e si confonde alle ossessioni. Ne ho a bizzeffe, e ovviamente non di argomento leggero: prevalentemente storia e letteratura, storia e letteratura vera, intendo. Più un libro è "mattone" e più lo incenso. Purtroppo per le mie spiantate risorse finanziarie, i libri non sono mai sufficienti, anzitutto perché non mi accontento mai, e poi perché ne cerco di talmente strani che la scusa «In biblioteca non si trovano!» più che una scusa è la verità. Inoltre, per giustificare la sterminata bibliografia sul Nico (lo zar Nicola II), su Wolfy (Amadeus Mozart), sul Chico (re Enrico VIII), sulla Vic (la regina Vittoria) (sono talmente in simbiosi con la storia che ogni personaggio ha un soprannome), ricorro ad un’altra giustificazione plausibile «Ogni storico la racconta in modo diverso!» Quando qualcosa mi interessa, trovo una lucidità di pensiero che altrimenti si dovrebbe cercare col lanternino (invano).
Insomma, in data 5 Febbraio sono partita in quarta, ho raggiunto il teatro, mi sono avventurata in biglietteria, ho puntato i posti liberi in prima fila e, con gli occhietti scintillanti come davanti al regalo di Natale, ho chiesto due biglietti.
«Tutti e due ridotti?»
«Sì».

Ah, che tutta in un momento
si cangiò la sorte mia...


«Hai un documento d'identità dell'altra persona? Altrimenti, non posso farti la riduzione...»

Non posso spiegarvi
la rabbia che ho in seno:
son tutto veleno,
son tutto furor.


AAAHHH!!! Sciagura! Questo non c'era scritto sul sito! Mi mancava la carta d'identità di Aspasia! AAAHHH!!!
Quando sarei tornata? Perché tornare era fuori discussione, a costo di arrivare in monopattino, ma quando??? Avevo un esame e dei turni di lavoro (ero assoldata per un paio di mesi nella biblioteca dell'Università) che mi trattenevano lontana per due settimane! E adesso non mi bastava andare, non mi bastava la platea! ESIGEVO la prima fila!
Incrociando le dita ed evocando tutti i santi a mia disposizione, compresa Santa Radegonda (perché l'esame era di Letteratura latina medievale e costei figurava in quanto protettrice del celeberrimo Venanzio Fortunato. Qui inizio e qui finisco), ho fissato il ritorno alla prima data utile: il 19 Febbraio.
Non vi dico la frenesia, tanto più che sono una persona irrequieta di suo. Mi consolava il fatto che, essendo Giugno lontano, non ci fossero tanti concorrenti pazzi in circolazione...
Come volevasi dimostrare, l'unica esaltata ero io: al mio ritorno, infatti, i posti c'erano ancora, nonostante lo scoramento iniziale perché non erano più verdi (cioè inappellabilmente liberi), ma gialli.
«Perché sono in vendita anche su internet. Se vuoi, controllo se sono ancora disponibili» mi ha rincuorato la bigliettaia.
«Sì sì sì! La prego!»
Per fortuna c'era un vetro in mezzo, altrimenti le sarei saltata al collo quando mi ha confermato «LIBERI!»

Un moto di gioia
mi sento nel petto
che annuncia diletto
in mezzo il timor!


Strano che non mi fossi librata in aria...
Biglietti alla mano e al colmo della felicità, mi sono lanciata nella mia libreria preferita per festeggiare degnamente il successo. E qui, devo registrare una notizia cattiva e una buona. La cattiva è che la libreria chiudeva per cessata attività. Mi si spezzava il cuore, visto che era una tappa obbligata di ogni mia peregrinazione a Bologna a partire dalla tenerissima infanzia. La buona notizia: tutto era in liquidazione! In condizioni normali i libri erano in vendita a metà prezzo, adesso erano in saldo a metà della metà!
Fra la gioia e l'esultar, ai biglietti, che erano già di loro una splendida refurtiva, si è aggiunto un ulteriore bottino di dieci libri, fra cui, visto che, salvo i lunghiiiiiiiiiiiiiiissimi momenti di autocompiacimento, non ho dimenticato che questo è un blog musicale, tengo a segnalarne due:
1. Libretti di Puccini in edizione Garzanti (curati da E. A. Ferrando, 2001);
2. Artisti sul Lario (di Piera Gatta Papavassiliou, ed. Libri Scheiwiller, 2000). Ed è stato un ritrovamento fortunato, perché ho notato questo libriccino sollevando la testa per caso. Io non mi distinguo per strategia... Tengo particolarmente a segnalare questo libro perché l'ho trovato di una lettura scorrevolissima. Se vi capita di trovarlo e volete trascorrere un ameno pomeriggio di lettura, questo è il libro giusto! Vi si narrano brevemente le vite di Stendhal, Rossini, Bellini, Liszt e Verdi, corredate da un bell'apparato iconografico.
Compiute le mie avventure operistiche e libresche, non mi restava che ricominciare a mordere il freno (stavolta per la data giusta, però), scandendo il tempo a ritmo d'esami...

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