sabato 13 agosto 2011

Il grammofono: La scala di seta

Che profonda delusione è stata la Scala di seta! Più della solita gioia maligna che provo a stroncare gli spettacoli che non mi sono piaciuti, prevale un velo di tristezza. Avevo riposto tante speranze nel ROF per una bella esecuzione di quest’operina minore, e invece il tutto si è sciolto in un risultato dal sapore grottesco! Soprattutto nei concertati, pareva che i solisti cantassero “come la va, la va”, del tipo: proviamo a fare così, magari la imbrocchiamo (particolarmente evidente nel crescendo della scena VIII). Avevo le mani nei capelli: appena ho sentito il soprano Hila Baggio (Giulia), di voce sgradevolmente stridula e tecnica vagamente empirica, mi è venuto l’impulso di spegnere, ma poi mi sono detta: “Aspettiamo gli altri...”
Non l’avessi mai fatto! Uno peggio dell’altro! Poiché non ho intenzione di enumerare le prodezze di ognuno (parlerò soltanto delle impressioni più forti), ecco qui il cast:
Giulia Hila Baggio
Lucilla Josè Maria Lo Monaco
Dorvil Juan Francisco Gatell
Dormont John Zuckerman
Blansac Simone Alberghini
Germano Paolo Bordogna
Il colmo si è raggiunto nel duetto "Io so ch’hai buon cuore", assolutamente inascoltabile. Starring Hila Baggio e Paolo Bordogna (Germano): che stonati! E fuori tempo!
Neanche il Dorvil di Juan Francisco Gatell ha brillato: incerto negli acuti e estremamente strozzato. Nel complesso risultava abbastanza fastidioso e, ancora peggio, estremamente noioso, a causa del fraseggio cantilenante.
La Lucilla di Josè Maria Lo Monaco si colloca press’a poco sulla stessa scia: nell’aria "Sento talor nell’anima" non c’era niente che ricordasse “un dolce movimento/che lusinghiero e tenero/mi va parlando in sen”. Tutto ciò che ho percepito è stata una certa fretta di finirla...
Come si fa, in coscienza, a presentarsi su un palcoscenico in queste condizioni? La musica dovrebbe dare consolazione e allegria, invece questa sembrava l’anticamera dell’inferno, perché più che musica era chiasso. Confido fermamente di non dover ascoltare mai più un’opera del genere!
L’unica cosa che ho trovato di mio gusto, l’unica che aveva delle buone intenzioni, è stata la direzione di Pérez-Sierra, che però da sola non è stata sufficiente a risollevare le sorti di questa serata disastrosa...

1 commento:

  1. Vista la tristezza complessiva della serata, mi sento di affermare che il culmine della serata è stata l'intervista a Mariotti padre con l'annuncio della prossima stagione. Per non dire dell'emozione che ha suscitato il nome "Juan Diego Florez" :)

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