domenica 25 novembre 2012

Signori di fuori son già i suonatori: Scala 2012/13 ossia la fantasia in trionfo...

Ormai manca poco al 7 dicembre, la tradizionale data dell'inaugurazione della stagione del Teatro alla Scala. 
Diciamoci la verità, ci si lamenta sempre dell'attuale livello artistico di questo teatro. La Scala è scaduta, non è più quella di una volta, non è più una grande ribalta internazionale, la Scala di qua, la Scala di la, ma alla fine, ogni anno, il 7 dicembre, tutti gli appassionati, in un modo o nell'altro, un'ascoltatina alla diretta la danno, e l'indomani cercando sui giornali o in rete qualche commento (che, possibilmente, non parli solo di chi c'era in platea e di come era vestito). Ebbene, visto che l'inizio della stagione si avvicina, perché non dare un'occhiata a quello che il teatro milanese ci proporrà quest'anno?





Credo che ormai anche i muri sappiano che nel 2013 si festeggerà il duecentesimo anniversario della nascita di Richard Wagner e di Giuseppe Verdi (e anche il centesimo di Britten, ma a questo la Scala sembra non esserselo ricordato...). Ebbene, questo significa (ahimè) che i teatri hanno creato cartelloni celebrativi, proponendo quantità industriali delle composizioni dei festeggiati. 
Per carità; niente di male, anzi. Queste ricorrenze sono molto utili per i direttori artistici, soprattutto se scarseggiano di fantasia, ma si corre il rischio di avere cartelloni fotocopia in mezzo mondo...
Comunque la Scala ha cercato di fare del suo meglio per festeggiare la ricorrenza. Anzi, lo zelo è stato tale da spingere gli amministratori a creare un calendario dedicato ESCLUSIVAMENTE (salvo due titolo, di cui uno affidato alle giovani voci provenienti dall'Accademia) a V & W.

Ed ecco che con enorme gioia mi sto per lanciare nel mio stile di scrittura preferito: l'elenco puntato!
  • Lohengin - Si apre con Wagner. Strano. Avrei giurato che Verdi sarebbe stata la scelta (ma non vi preoccupate, ci rifaremo il prossimo anno. Traviata è data questi per certa). Tra l'altro, qualche giorno fa, sulle pagine del Corriere della Sera c'è stata qualche polemica sull'argomento. Ma io mi sono chiesta, svegliarsi prima? Si sapeva di Lohengrin già da un anno... Titolo poco fantasioso, comunque. Lohengrin è una delle composizioni del buon vecchio Richard più eseguite, e alla Scala manca solo dal 2007. Si poteva fare gli intellettualoni, riesumando qualche titolo giovanile, come Die Feen, o puntare su un titolo noto, ma che manca da più tempo da Milano. Io, personalmente, avrei scelto Die Meistersinger von Nürnberg, in primo luogo perché  l'ultima rappresentazione risale al 1990, in secondo luogo, e questo è l'appunto di maggior rilievo, perché a me quest'opera piace moltissimo. La Scala DOVEVA tenerne conto! Dobbiamo però rilevare che il cast allineato per l'occasione è di tutto rispetto. Avremo Evelyn Herlitzius come Ortrud, René Pape come Heinrich, Anja Harteros come Elsa e nientepopodimeno che Jonas Kaufmann nel ruolo del titolo. Sulla carta cast interessantissimo (anche alla luce del fatto che Kaufmann e la Harteros sono una coppia collaudata, sia in Lohengrin che in altri titoli), a cui si unisce la bacchetta prestigiosa di Daniel Barenboim. Temo invece per la parte visiva. Il regista sarà, infatti, Claus Guth, definito il pericolo pubblico numero uno dalle vostre diaboliche blogger fin dai tempi in cui assistemmo alle sue Nozze di Figaro e al suo Così fan tutte in quel di Salisburgo. Chissà se avremo il cigno... 
  • Falstaff - Nota per essere l'unica opera del cigno di Busseto che io ascolti con piacere. Direi che non è poco :). L'oggetto di maggiore interesse, per me, in questa produzione, è la direzione di Daniel Harding, uno dei pupilli delle vostre diaboliche blogger. Anche il cast non pare affatto male. Dall'ultima edizione scaligera di questo titolo, ritroviamo Ambrogio Maestri e Barbara Frittoli nei ruoli di Falstaff e Alice. Che fantasia... Va' detto però che sono cantati molto apprezzati nei rispettivi ruoli e "collaudati" (e, non ultimo, due voci a me gradite), quindi si tratta di una scelta di sicurezza. Vedo con piacere che Daniela Barcellona sarà Mrs. Quickly (è un debutto?). Sono certa che si farà valere. Robert Carsen sarà il regista. Quello che molti considerano un "genio della regia operistica" non sempre mi ha convinta. Vedremo...  
  • Nabucco - Potevamo fare a meno dell'opera che contiene quello stramaledetto (da me) coro che ha fatto venire le lacrime agli occhi a generazioni di patriotti? Non sia mai! E chi ci mettiamo come protagonista? Un giovane in cerca di affermazione, tale Leo Nucci, classe 1942. Un fanciullo. Non ce l'ho col grande baritono, la cui impressionante carriera dice tutto, ma con chi ha certe idee. Avrei evitato quest'opera (anche perché il resto del cast non mi fa certo fremere dalla voglia di ascoltarlo...).
  • Der fliegende Hollander - Terfel, che ormai sembra essersi buttato definitivamente su Wagner (ma avrà fatto bene?), come Olandese, Anja Kampe come Senta, e Klaus Florian Vogt, "l'heldentenor con la virilità di una viola mammola" (così fu definito sulla rivista L'Opera commentando la sua prestazione in Lohengrin ,se non sbaglio) come Erik. Fate voi...
  • Cuore di cane - Ammetto la mia ignoranza. Non l'avevo mai sentita nominare prima che comparisse nel cartellone della Scala. Non conosco nessuno dei solisti, ma credo che la presenza di Valery Gergiev sul podio sia sufficiente per giustificare una certa attenzione nei confronti di questa produzione.
  • Macbeth - Si manda in pensione l'allestimento di Vick visto nel 2008 in favore di uno nuovo, ad opera di quella sciagura che risponde al nome di Giorgio Barberio Corsetti, quello della terrificante Zelmira pesarese del 2009, per intenderci. Di nuovo Gergiev sul podio (quindi si può sperare in qualcosa di buono). Niente Nucci nel ruolo del titolo (già che c'era, poteva fare anche questa, e magari anche un Rigoletto...), bensì Franco Vassallo, che io ricordo di aver visto, sempre alla Scala, nei panni del Figaro rossiniano (come Macbeth, uguale proprio...), Stefano Secco sarà Macduff (e qui ci siamo), mentre Lucrezia Garcia cercherà di sopravvivere alla micidiale parte della Lady.
  • Oberto, conte di San Bonifacio - Finalmente un titolo che ci fa pensare che il sovrintendente abbia fatto i compiti a casa (a proposito, Lissner è in partenza. Se a Milano proprio non sanno chi prendere al suo posto, io sono disponibile), anche se l'ultima rappresentazione risale a soli dieci anni fa. Però, almeno questo non è un titolo di repertorio. 
  • Gotterdammerung - Ultima giornata del Ring ad essere rappresentata singolarmente, per poi andare a confluire nella tetralogia completa che vedremo in seguito. In locandina leggo nomi interessanti, come Waltraud Meyer o Irene Theorin. C'è anche Marina Poplavskaya (Popsy, per gli amici). Non mi ricordavo che cantasse Wagner...
  • Der Ring des Nibelungen - Dopo avere presentato le quattro giornate separatamente, spalmandole su più stagioni, nel giugno del 2013 verrà eseguito il ring completo per due volte. Mi pere cosa buona e giusta, vista la ricorrenza. Peccato che quello che per a Scala è un evento eccezionale, per altri teatri esteri sia l'assoluta normalità o poco più... 
  • Un ballo in maschera - Cast di assoluto prestigio. Marcelo Alvarez sarà Riccardo. Quando canta bene, Alvarez è un artista coi controfiocchi: speriamo bene. Ho fiducia anche nel Renato di Zelijko Lucic. Il baritono, se non si mette in testa di strafare e canta con la sua voce (a mio avviso, tra l'altro, dal timbro splendido), può darci delle soddisfazioni. Carisma e grinta saranno assicurate da Sondra Radvanovsky (Leonora) e Marianne Cornetti (Ulrica). Completa il cast Patrizia Ciofi, un Oscar di lusso. Assieme al Lohengrin d'apertura, questo mi pare di gran lunga il titolo più promettente per le voci impiegate.
  • La scala di seta - Abbiamo un solo titolo di belcanto in stagione (carinissimo, peraltro)? Ma sì, affidiamolo ai giovani dell'Accademia! Il cast non è ancora stato annunciato, ma si sa che l'allestimento sarà quello visto al ROF, curato da Damiano Michieletto. Un in bocca al lupo ai ragazzi che avranno la possibilità di esibirsi, sperando che non venga loro tolta da "guest star" chiamate  dare prestigio alla locandina (se deve essere uno spettacolo dell'Accademia, che Accademia sia).
  • Don Carlo - Ripresa dello spettacolo che inaugurò la stagione nel 2008. Anche qui una ripresa dopo pochi anni... Ma ormai sono stufa di lamentarmene. Protagonista sarà Fabio Sartori, che di certo conosce bene il ruolo ed è una buona voce. Ma, sinceramente, non mi fa impazzire. Il Filippo II di Pape (perlomeno quello che ha cantato a Monaco lo scorso inverno) non dovrebbe essere niente di trascendentale: la sua vocalità non mi pare nata per Verdi (meglio nel repertorio tedesco, o nel Faust, ad esempio). Gradirei però essere smentita. Mi aspetto, invece, qualcosa di buono da Martina Serafin. La ritengo un'artista molto sensibile e dotata di una voce che incontra i miei gusti (anche se, ho notato, non sempre si esprime al meglio).
  • Aida - Potevamo farci mancare una bell'Aida nell'anno verdiano? Giammai! Ed ecco che viene riesumato lo scintillante allestimento firmato da Franco Zeffirelli (sì, quello che c'era quando Alagna piantò in asso Amneris a duetto in corso) con un cast più che buono, in cui brilla il nome di Hui He, forse la miglior Aida in circolazione.
In conclusione direi che ci aspetta una stagione così così. Non troppa fantasia nella scelta dei titoli e anche con le voci non si è rischiato particolarmente. Ci sono nomi di richiamo tra gli uomini, come Kaufmann o Alvarez, ma nessuna grande primadonna. Mi domando, non si poteva azzardare, ad esempio, un debutto in qualche ruolo verdiano della Netrebko, ad esempio? Magari Alice nel Falstaff, oppure con Trovatore (che non è in cartellone, ma pazienza, tanto più che quel titolo manca da Milano di più tempo di Aida o Macbeth...), visto che sta preparando il ruolo per interpretarlo a Berlino. 
Per quest'anno (causa celebrazioni verdianowagneriane) non me la sento di lamentarmi per la scelta degli autori, ma sui titoli sì. Al posto di un Olandese già visto nel 2004 e con un cast, francemente, tutt'altro che entusiasmante, perché non puntare su qualcosa di meno inflazionato? Magari un bel Rienzi...
Lo stesso vale per Verdi: Al posto di Aida, Don Carlo o Macbeth, perché non allestire I Masnadieri o Giovanna d'Arco (che debuttò proprio alla Scala nel 1845)?
Vorrei inoltre stigmatizzare la scelta di NON celebrare il centenario di Britten. Almeno un titolo (magari al posto della già citata Aida, che, sappiatelo, io NON SOPPORTO) sarebbe stato auspicabile...

Ps. Per chi volesse approfondire, vi rimando al sito della Scala, dove potrete trovare tutte le informazioni su cast e date.

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