lunedì 5 gennaio 2015

Una voce poco fa: Das Liebesverbot a Trieste

Cari lettori, oggi festa grande (o grande disgrazia, dipende dal punto di vista...): vi toccheranno due post!
E, notizia ancora più incredibile, le vostre diaboliche blogger sono tornate a teatro! O meglio, dovevano tornare assieme a teatro, ma trenitalia ha giocato un brutto tiro alla vostra Armida che quindi non ha potuto raggiungere Trieste per lo spettacolo...

Come avrete capito dal titolo, la vostra Aspasia ha fatto il suo trionfale ritorno in quel di Trieste perché non poteva assolutamente perdersi quello che era il titolo d'apertura di quest'anno, anche perché dubito che avrò altre occasioni di vederlo dal vivo in vita mia: Das Liebesverbot oder Die Novize von Palermo. 


Per notizie e curiosità sulla trama e sulla genesi dell'opera vi consiglio di affidarvi alla buona vecchia Wikipedia o, ancora meglio, alle sempre puntuali considerazioni semiserie di Amfortas, anche perché io non sono portata per spiegare trame: di solito la faccio più lunga dell'opera stessa!

Teatro, mi spiace dirlo, semivuoto. Dalla platea (sì, grazie alla mia carta d'identità il teatro mi concede di stare in posti che, a prezzo pieno, mi sognerei la notte) ho potuto notare che moltissimi palchi erano del tutto vuoti e anche la platea stessa, di solito al completo, o quasi, anche nelle serate meno affollate, era occupata per i due terzi. Io sono arrivata al botteghino 35 minuti prima dello spettacolo e mi è stata mostrata una pianta del teatro che evidenziava moltissimi posti verdi in tutti i settori.
La nota positiva è che la fauna che popolava il teatro era moto varia sia come provenienza (alle mie spalle era seduta una nutrita comitiva proveniente da Graz) che come età: tutte le fasce d'età rappresentate e c'era una scolaresca di bambini delle elementari!

Il cast della replica del 4 gennaio 2015:

  • Friedrich - Tuomas Pursio
  • Luzio - Kurt Adler
  • Claudio - Mikheil Sheshaberidze
  • Antonio - Cristiano Olivieri
  • Angelo - Gianfranco Montresor
  • Isabella - Lydia Easley
  • Mariana - Anna Shoeck
  • Brighella - Christian Hübner
  • Danieli - Pietro Toscano
  • Dorella - Francesca Micarelli
  • Ponzio Pilato - Federico Lepre

Direttore Oliver von Dohnanyi
Regia Aron Stiehl ripresa da Philipp M. Krenn


Passando allo spettacolo, devo dire che, sapendo che l'allestimento arrivava dalla Germania, già mi tremavano i polsi. Invece nel complesso posso dirmi soddisfatta. Ovviamente l'ambientazione non è stata affatto rispettata (chissà se il regista ha idea di cosa sia Palermo...) e l'aspetto squisitamente visivo non si poteva definire bello, ma la pur non complicatissima trama era comprensibile e la gestione dei cantati in scena, pur senza guizzi di fantasia fenomenali, era piacevole e teneva l'attenzione dello spettatore sempre viva.

Le scene mi hanno lasciata sostanzialmente indifferente (che non è un male, avrebbero potuto farmi schifo!), salvo quella del tribunale. Il mio cuoricino da archivista, vedendo quelle pareti ricoperte da numeri ordinati disposti su quelli che sembravano cassetti, ha immaginato che fossero degli schedari ed ha sussultato dalla gioia. Sì, la vostra Aspasia si sente sempre di buon umore quando vede file di schedari con annesso numerino sopra :).
Una nota a parte la meritano i costumi (soprattutto quelli del coro) per la loro incommensurabile bruttezza. Non ricordavo qualcosa di così orrendo dai tempi del Romeo et Juliette di Michieletto. Anzi, visto il mio profondo odio per tutto quello che è animalier, forse sono addirittura peggio!

Bisogna dire, però, che l'aspetto estetico concorreva a far funzionare lo spettacolo, che in fondo riprende una tematica attuale al tempo della composizione come oggi e posso dire che, a mio avviso, l'obiettivo di rendere questo concetto è stato centrato.

Molto positivo il mio parere sulla compagnia di canto, che ho trovato di livello omogeneo e attestato su una media più che discreta.
Spiccava su tutti la gemella yankee della Damrau (al secolo Lydia Easley) nei panni di Isabella che si è distinta per il bel timbro, l'emissione solida e molto sonora soprattutto in alto e la caratterizzazione molto efficace che ha fornito al suo personaggio.
Molto simpatico, oltre che ben cantato, anche il Brighella di Christian HübnerTuomas Pursio tratteggia un Friedrich giustamente grottesco ed eccessivo e la voce lo asseconda bene anche se, per il mio gusto, l'attore ha prevalso sul cantante. Un gradino sotto vocalmente, ma forse superiore scenicamente, Kurt Adler (Luzio) che sul fiale arriva leggermente affaticato con il risultato di avere un suono più aspro e gutturale rispetto all'inizio. Eccellente in scena ma poco sonora Francesca Micarelli (Dorella), mentre molto solida la prestazione di Anna Shoeck nei panni di Mariana.
Il tenore Mikheil Sheshaberidze ha qualche difficoltà con l'obiettivamente difficile scrittura della parte di Claudio, ma se la cava comunque con onore (a lui la palma del peggio vestito).

Tutti validi vocalmente e ben calati nelle rispettive parti Cristiano Olivieri (Antonio), Gianfranco Montresor (Angelo), Pietro Toscano (Danieli) e menzione speciale per il mio coregionale Federico Lepre (Ponzio Pilato).
Ottimo il coro del Teatro Verdi come pure l'orchestra, che però è incorsa in qualche piccolo indicente (soprattutto gli ottoni) durante l'ouverture. Molto bella la direzione di Oliver von Dohnanyi che ha conferito il dovuto brio alla musica, evitando clangori fuori luogo, e ha gestito perfettamente gli equilibri tra voci ed orchestra.

In conclusione posso affermare di essere uscita da teatro molto soddisfatta e di essermi goduta le tre ore di spettacolo che sono letteralmente volate. Direi che è il modo migliore per spiegare la mia impressione complessiva sulla serata!


[Per le foto ringrazio il sito del teatro Verdi di Trieste]

1 commento:

  1. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina