lunedì 17 novembre 2014

Parola... parolissima!: Suicidio

Come ormai abbiamo ben capito, i librettisti, se possono ammazzare qualcuno, ci si buttano con entusiasmo. Un bel duello è l'ideale per dare una svolta alla trama o dare un finale coi fiacchi ad un'opera e farci scappare il morto pare quasi un obbligo morale.
Ma quando non ci sono personalità adatte ad un duello, manca qualcuno colto da un raptus di follia che compia un gesto inconsulto nei confronti dell'amante traditore o qualcuno con la boccetta del veleno sempre a portata di mano per ogni evenienza, ecco che un'ulteriore possibilità, per certi versi ancora più affascinante e significativa, viene in soccorso del librettista sadico per far fuori un personaggio: il suicidio.
L'esempio che per primo mi è venuto in mente, è ovviamente "La Gioconda" di Ponchielli, che canta, appunto, "Suicidio". Ma contrariamente a quello che si potrebbe immaginare, non si suicida in quel momento, ma attende la fine dell'opera.


Uno che invece si suicida mentre lo annuncia cantando è Edgardo, che fa al soprano il peggior affronto possibile: morire in scena dopo di lei!


Doppio suicidio per Romeo e Giulietta.


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