Parola... Parolissima!: Canzone

Quando si immagina che un personaggio canti proprio come canterebbe se agisse in una commedia recitata, ecco che il compositore non sa esimersi dal chiamare canzone il pezzo.
Visto che nelle opere liriche di solito di canta tutto il tempo, o quasi, pare insensato che un personaggio canti una canzone perché, in sostanza, cosa ha fatto fino a quel momento? In effetti è assurdo, ma nella logica di una trama, che un personaggio alterni ad un monologo o alla battute del dialogo un brano in cui non riflette su un concetto o esprime un sentimento, ma semplicemente canta, funziona perfettamente.

Lo so che il mio discorso fa schifo e non rende affatto giustizia al genio di compositori e librettisti, ma se pensate alla trama delle opere in cui si trovano delle canzoni, sono certa che tutto vi apparirà chiaro.

Ovviamente un compositore, quando ha l'occasione di scrivere una canzone, coglie la proverbiale palla al balzo. Per questo gli esempi sono abbondanti e molti anche celeberrimi.


Il libretto di Romani usa esplicitamente il termine canzone per designare i versi di un assolo della protagonista di "Rosmonda d'Inghilterra" di Donizetti.

Eboli, nel "Don Carlo" di Verdi dice:

"Cantar qualche canzon?

...

Quella del Velo, propizia all'amor.
Cantiam!"

Cherubino nel secondo atto delle "Nozze di Figaro" canta una canzone.

E pure il Duca di Mantova ha la sua canzone (o canzonaccia).