Facendo un bilancio della nostra trasferta, io e Armida abbiamo convenuto che l'opera per cui abbiamo pagato di più sia stata, nei fatti, quella che valeva di meno.
Intendiamoci. Non è stato un disastro. Ma dopo le meraviglie della Matilde, trovare qualcosa di pari livello sarebbe stato incredibile. Anche se piacevole.
Io e Armida siamo abituate a recarci a teatro sempre con le migliori intenzioni, nella costante speranza venir stupite e di restare abbagliate da qualche talento che, fino a quel momento, ci era sfuggito.
Il Bruschino non è stato così. Niente di drammatico, per carità, ma diciamo che l'indomani non abbiamo sentito la necessità di un massaggio per sciogliere i muscoli delle braccia, tesi per il troppo sforzo profuso nell'applaudire.
Ma il vero avvenimento della serata, come vi ha già narrato Armida, è stata l'apparizione del nostro beneamato Juan Diego a 3 palchi di distanza da noi! Io avevo già astratto dalla borsetta il mio taccuino e la penna. Stavo già preparandomi il discorso con cui attaccare bottone! Avevo anche pensato di fare un'uscita ad effetto con Palacio, elogiandolo non solo per le sue interpretazioni rossiniane (banale, non sia mai!), bensì per la Betulia Liberata... E invece... Niente! Ci sono scappati sotto il naso non appena la musica è terminata! PERFIDI!!! Ma ci rivedremo, statene pur certi! (risata diabolica)
Tornando al Bruschino, questo è il cast
Gaudenzio CARLO LEPORE,
Sofia MARIA ALEIDA,
Bruschino padre ROBERTO DE CANDIA,
Bruschino figlio / Commissario FRANCISCO BRITO,
Florville DAVID ALEGRET,
Filiberto ANDREA VINCENZO BONSIGNORE,
Marianna CHIARA AMARÙ
Florville DAVID ALEGRET,
Filiberto ANDREA VINCENZO BONSIGNORE,
Marianna CHIARA AMARÙ
ORCHESTRA SINFONICA G. ROSSINI
Direttore DANIELE RUSTIONI
Regia TEATRO SOTTERRANEO
Scene e Costumi ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI URBINO
Partiamo dalla più cocente delusione: Sofia, la cubana Maria Aleida. Più voci sul web davano questo giovane soprano come una stella emergente, funambola della coloratura e dispensatrice di sovracuti. Una novella Dessay, insomma. Non è andata proprio così. Voce piccina piccina (e, per farsi sentire nella bomboniera che è il Teatro Rossini, non serve essere una novella Dimitrova) e anche mal proiettata in zona centrograve. I sovracuti erano piazzati qua e la nella nella parte, non sempre a proposito, e non erano neanche una meraviglia: ultrasuoni vetrosi e forzati. La coloratura, invece era apprezzabile. Non brilla per fraseggio e neanche per abilità scenica. Fa il compitino.
Carlo Lepore (Gaudenzio) e Roberto De Candia (Bruschino padre) sono una coppia comica ben affiatata e cantano con gusto e competenza.
David Alegret è un Florville senza infamia e senza lode. Non combina disastri, ma di certo questa non è una prova che ci ha fatti saltare sulla sedia.
Abbiamo risentito con piacere Chiara Amarù (Marianna), già Cenerentola in quel di Bologna. Ha confermato le buone impressioni di allora, sfoggiando una voce dal timbro piacevole e ben emessa. In scena è spigliata e simpatica.
Francisco Brito (Bruschino, figlio) e Andrea Vincenzo Bonsignore (Filiberto) fanno il loro dovere nei rispettivi ruoli.
Concludiamo la parte musicale col direttore, il giovanissimo Daniele Rustioni, il quale ha saltato come una cavalletta per tutta l'opera. Le vostre malighinssime blogger, ovviamente, non potevano farsi sfuggire questa magnifica occasione per prodursi in adeguati commentacci. In primo luogo, a neanche trent'anni se lo può permettere, ma quando avrà l'età di Nonno Nikolaus (Harnonkourt), vorremo proprio vedere cosa farà. In secondo luogo, facile saltellare con un'opera di poco più di un'ora. Quando farà così i Maestri cantori di Norminberga ne riparleremo. Vendendo alla musica, Rustioni non ci ha stupefatti con i fuochi d'artificio, ma ha condotto egregiamente l'orchestra Rossini, con particolare attenzione nei confronti delle esigenze delle voci: soprattutto con la Aleida ha pensato bene di girare la manopola del volume al minimo: un pianoforte solo avrebbe fatto più confusione dell'orchestra, in certi momenti.
L'allestimento di questa farsa giocosa è frutto della collaborazione tra il ROF e l'Accademia delle Belle Arti di Urbino e le regia è opera non di un singolo, bensì di un gruppo, Teatro Sotterraneo. L'azione si svolge in un parco a tema in cui si muovo i protagonisti in vivaci costumi quasi d'epoca (carini e simpatici, anche se quello di Sofia sembrava fatto con la carta dell'uovo di Pasqua), circondati da turisti in abiti moderni. Nonostante questo cambio di ambientazione, la trama viene sostanzialmente rispettata. L'azione scorre in modo abbastanza piacevo, condita da alcuni sketch simpatici. D'altra parte, si tratta di una farsa, se non si ride qui...
Nel complesso spettacolo piacevole. Non fra i migliori che ricordi di aver visto, ma neanche fra i peggiori. Peccato per qualche voce non all'altezza della situazione. A mio avviso si sarebbe potuto trovare qualche interprete più efficace, senza il bisogno di chiamare costose superstar.
Carlo Lepore (Gaudenzio) e Roberto De Candia (Bruschino padre) sono una coppia comica ben affiatata e cantano con gusto e competenza.
David Alegret è un Florville senza infamia e senza lode. Non combina disastri, ma di certo questa non è una prova che ci ha fatti saltare sulla sedia.
Abbiamo risentito con piacere Chiara Amarù (Marianna), già Cenerentola in quel di Bologna. Ha confermato le buone impressioni di allora, sfoggiando una voce dal timbro piacevole e ben emessa. In scena è spigliata e simpatica.
Francisco Brito (Bruschino, figlio) e Andrea Vincenzo Bonsignore (Filiberto) fanno il loro dovere nei rispettivi ruoli.
Concludiamo la parte musicale col direttore, il giovanissimo Daniele Rustioni, il quale ha saltato come una cavalletta per tutta l'opera. Le vostre malighinssime blogger, ovviamente, non potevano farsi sfuggire questa magnifica occasione per prodursi in adeguati commentacci. In primo luogo, a neanche trent'anni se lo può permettere, ma quando avrà l'età di Nonno Nikolaus (Harnonkourt), vorremo proprio vedere cosa farà. In secondo luogo, facile saltellare con un'opera di poco più di un'ora. Quando farà così i Maestri cantori di Norminberga ne riparleremo. Vendendo alla musica, Rustioni non ci ha stupefatti con i fuochi d'artificio, ma ha condotto egregiamente l'orchestra Rossini, con particolare attenzione nei confronti delle esigenze delle voci: soprattutto con la Aleida ha pensato bene di girare la manopola del volume al minimo: un pianoforte solo avrebbe fatto più confusione dell'orchestra, in certi momenti.
L'allestimento di questa farsa giocosa è frutto della collaborazione tra il ROF e l'Accademia delle Belle Arti di Urbino e le regia è opera non di un singolo, bensì di un gruppo, Teatro Sotterraneo. L'azione si svolge in un parco a tema in cui si muovo i protagonisti in vivaci costumi quasi d'epoca (carini e simpatici, anche se quello di Sofia sembrava fatto con la carta dell'uovo di Pasqua), circondati da turisti in abiti moderni. Nonostante questo cambio di ambientazione, la trama viene sostanzialmente rispettata. L'azione scorre in modo abbastanza piacevo, condita da alcuni sketch simpatici. D'altra parte, si tratta di una farsa, se non si ride qui...
Nel complesso spettacolo piacevole. Non fra i migliori che ricordi di aver visto, ma neanche fra i peggiori. Peccato per qualche voce non all'altezza della situazione. A mio avviso si sarebbe potuto trovare qualche interprete più efficace, senza il bisogno di chiamare costose superstar.
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