domenica 23 ottobre 2016

Una voce poco fa: Missa Solemnis

La stagione sinfonica del Teatro Verdi di Trieste si chiude con la Missa Solemnis di Beethoven e giusto all'ultima replica una delle vostre diaboliche blogger decide di presentarsi a teatro. 
In cauda venenun, direbbe qualcuno.



Conoscevo piuttosto bene questa composizione, che non esito a definire monumentale, di Beethoven, ma per me questa era la prima occasione in cui l'ho potuta gustare dal vivo. Dopo l'ascolto mi sento di consigliare ai nostri lettori di approfittare di qualsiasi occasione di assistervi dal vivo perché l'impatto quasi fisico di questa musica travolgente riuscirebbe a smuovere anche il più disattento o disinteressato degli ascoltatori; molto più di quanto potrebbe fare un disco, anche se eccellente per esecuzione e riprodotto coi mezzi più avanzati.

A parte questa nota generale, l'esecuzione del 22 ottobre, unica replica dopo la prima del giorno precedente, è stata decisamente pregevole. 
Il soprano Hye Myung Kang, dopo un inizio piuttosto cauto (forse anche a causa della voce non ancora del tutto "calda") acquisisce sicurezza e la resa vocale migliora con un fraseggio elegante e curato e dei suoni in piano pregevoli. 
Corretta sia vocalmente che stilisticamente, ma forse un po' troppo leggera per la parte, il mezzosoprano Marina Comparato che fa valere la sua eccellente musicalità.
Molto bravo il tenore Giovanni Sebastiano Sala, che mette in mostra brillantemente la sua fresca e squillante vocalità tenorile.
Solida la prestazione del basso Giorgio Giuseppini.
Ottimo il coro, "rafforzato" dalla presenza del coro della Filarmonica Slovena, che supera egregiamente la vera e propria sfida vocale che è proposta da questa splendida ma impervia composizione. Il buon Beethoven di certo non ha avuto timore di far "sforzare" troppo il coro, che canta moltissimo ed ai limiti delle proprie possibilità, ma il risultato musicale è niente meno che straordinario.
Gianluigi Gelmetti concerta l'intricata partitura con sicurezza e gusto e qualche piccola imprecisione passa quasi inosservata rispetto alla resa complessiva.
Orchestra in ottima forma: il suono è brillante e corposo e l'amalgama è molto buono. Solo in un paio di occasioni gli ottoni hanno peccato di un "eccesso di esuberanza".
Menzione speciale per Stefano Furini, primo violino dell'orchestra del teatro Verdi, che è stato eccellente nella squisita parte per violino concertante prevista nel Benedictus.
Il pubblico entusiasta ha tributato lunghi applausi a tutti gli interpreti, ed in particolare al coro, che così bene si è comportato in questa splendida serata.

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