mercoledì 13 febbraio 2013

Una voce poco fa: Una delle ultime sere di Carnovale (Macbeth, Bologna, 10 Febbraio 2013)

La farsa deve terminare in tragedia, per cui ho iniziato ricordando uno degli eroi locali nelle vesti del Dottor Balanzone, perché, nonostante tutto, non ho dimenticato che Domenica era pur sempre uno degli ultimi giorni di Carnevale. Per cui saluto di cuore la maschera bolognese prima di arrivare al dunque.


Mi ora corre l'obbligo di fare una precisazione che, nel mio infinito orgoglio di antiverdiana convinta e sfegatata, non posso evitare.

IO NON MI SONO VENDUTA A VERDI!!!

nonostante la sortita al Macbeth bolognese Domenica scorsa possa farlo presagire. Mi sono messa la coscienza in pace abbastanza alla svelta quando ho letto su una biografia del Beppo nazionale (perché trovo che abominevole andare a teatro senza avere almeno un'elementare infarinatura sulla materia), quando ho letto, dicevo, che Macbeth è un'opera-esperimento, quindi collocata un po' a margine.
E poi, per quest'opera ho un'inconfessabile [!] simpatia personale, perché ci sono le STREGHE ed è un po' strega persino la protagonista, che finalmente non è la solita donnetta tutta affanni e palpiti. Mi immedisimo, insomma, perché oltre che diavolo, sono anche un po' fattucchiera (e guai a voi se mi immaginate come Maga Magò: vi lancio il malocchio ;) ).
Qui finiscono, con vostro sollievo, i puntigli.

Veniamo alla giornata, una bellissima giornata di sole, come qui sotto testimoniato, in cui il mio unico rimpianto non è stato Verdi, ma il privarmi dello scalare la Torre degli Asinelli, perché, a causa della mia foga, sarei arrivata a teatro tutta scalmanata. Non era opportuno. Sarà per un'altra volta.

E quindi ecco le anime prave:
Macbeth, Angelo Veccia
Lady Macbeth, Anna Pirozzi
Banco, Carlo Cigni
Macduff, Lorenzo Decaro
Malcom, Gabriele Mangione
Domestico, Michele Castagnaro
Sicario, Sandro Pucci
Dama di Lady, Marianna Vinci
Medico, Alessandro Svab
Araldo, Pierpaolo Gallina
Prima apparizione, Enrico Picinni Leopardi
Seconda apparizione, Benedetta Fanciulli
Terza apparizione, Giulia Pozzi
Duncano, Gianluca D'Agostino
Fleanzio, Valentina Vandelli
Orchestra e Coro del Teatro Comunale
Coro di Voci bianche
Maestro del coro, Andrea Faidutti
Preparatore Voci bianche, Alhambra Superchi
Direttore, Roberto Abbado
Regia, Robert Wilson

Premetto che, al contrario dei miei costumi usati, sarò buona con tutti e, se a tutta prima non mi credete, farò subito in modo di smentirvi. Non so come spiegarvi quanto mi sia piaciuto il Macbeth di Angelo Veccia, che ci rende un personaggio praticamente perfetto in voce e pathos e con l'unico difetto di rendere con superba eleganza (semmai questo può essere considerato un difetto) quello che, alla fin fine, è (scusate) un serial killer.
Buona anche la Lady Macbeth di Anna Pirozzi che, se pure un po' latitante nel registro grave e nella malignità che caratterizza il personaggio, compensa con acuti squillanti e una grande autorità.
Sono stata (ma credo, vista l'ovazione finale, di poter parlare a nome di tutto il pubblico) incantata dal Banco di Carlo Cigni, dotato di una magnifico timbro scuro e brillante e di una grande personalità. Vien da rimpiangere che scompaia a metà del secondo atto.
Valido il Macduff di Lorenzo Decaro, che si mette bene in luce nell'aria solista, in cui, se non fa sfoggio di un registro acuto di particolare pregio, pure risolve con la morbidezza della linea e con l'espressività.
Concludo elogiando i comprimari sopra menzionati (e saluto d'onore ad Alessandro Svab, che è praticamente vicino di casa mio e di Aspasia).


La direzione di Roberto Abbado ci ha permesso di apprezzare un'orchestra in gran forma, e ha reso molto bene la drammaticità del opera, non lesinando su forti e fortissimi e procedendo con piglio energico.
Per quanto riguarda la regia "d'avanguardia" di Robert Wilson, inizio rilevando che il dramma si è svolto su un palcoscenico vuoto e tenebroso, su cui si proiettavano degli splendidi giochi di luce (blu, verde, rossa e una costante luce bianca direttamente sul volto dei protagonisti - non so con quanta gioia di questi ultimi, che ne saranno usciti accecati...). Pur nell'essenzialità dell'ambientazione, sono stata favorevolmente colpita da questi contrasti. Ciò che invece, a mio avviso, inficiava un po' lo spettacolo è stata l'esasperata staticità e ripetitività dei gesti dei protagonisti: capisco che la prima si appaiava perfettamente alla "rarefazione" dello spettacolo e la seconda (cito dal programma di sala) "mette in evidenza [...] il rallentamento silenzioso dello stereotipo" e produceva "una temporalità che scorre lungo una linea orizzontale che favorisce una felice frantumazione degli elementi, evita la condensazione in una visione organica e lascia invece oggetti e comportamenti in una situazione di intenzionale scollamento". Ora, pur avendo trovato molto stimolante questa visione in alcuni punti, in altri mi ha lasciata perplessa, soprattutto nelle scene concitate (assassinio di Banco, duello Macbeth-Macduff), in cui il blocco dell'azione assumeva (passatemi l'espressione) un che di ridicolo: Banco che, infilzato dal sicario, se ne resta in piedi sollevando il braccio in segno di dolore è stato il limite. Mi è piaciuto molto, invece, il modo in cui è risolta la sfilata di Duncano, con comparse lasciate nel buio che sfilavano a zig-zag sul fondale bianco. Insomma, per concludere, nel mio giudizio la regia è a luci ed ombre (cosa che, a guardarla da un'altra prospettiva, ha una certa affinità coi giochi di luce).


Qui finisce la recensione. Concedetemi un piccolo sfogo sulla nuova grafica dei programmi di sala: l'anno scorso erano molto colorati e pieni di illustrazioni; quest'anno sono formali, salvo per alcune pagine dedicate alle foto di scena. In più, sono sparite le brevi biografie degli interpreti, esclusi direttore, regista e pochi altri. So che si tratta di minuzie, ma QUEL TALE non diceva "torniamo all'antico, sarà un progresso"? (non credo che nessuno abbia mai malinteso questa frase come me in questo momento :) )
Ma ora basta con Verdi. Corro a equipaggiare il vascello fantasma e, finalmente, salpo dalla Scozia destinazione Wagner (ne riparliamo il 17 Marzo).

Nessun commento:

Posta un commento