Anzitutto, per entrare in argomento, lascio la parola agli esperti:
"
Mancavano due soli dì al Natale dell'anno 1816, quando il pacifico impresario Cartoni ed il Maestro Rossini m'invitarono ad un congresso innanzi al censore ecclesiastico. Trattavasi di considerevoli modificazioni da operarsi in un libretto scritto dal Rossi per il Teatro Valle, e che come second'opera del carnevale comporre si doveva dal Rossini. Nel titolo vi si leggeva: Ninetta alla corte
, ma il soggetto ne era Francesca di Foix
, una delle meno morali commedie del teatro francese, in un'epoca che incominciava a cangiarsi in una famosa scuola di libertinaggio. Le modificazioni, che ragionevolmente vi si volevano dal provvido Catone, snaturata avrebbero la farsa comica dell'argomento. Il censore ecclesiastico, che non andava a teatro, non ne rimase da me persuaso, ma ne fu dolorosamente convinto il Rossini; quindi mi si pregò di trovare e scrivere a volo un nuovo argomento. Si pregò, dissi, ed è frase storica: perche fra me ed il Rossini v'era un po' di ruggine, per un piccolo sopruso che ne aveva ricevuto. Ma... il non saper dir di no, un poco d'ambizione di scrivere con quell'insigne pesarese, mi fecero porre a tortura la fantasia e, ristrettici in casa del Cartoni a bere il thé in quella sera freddissima, io proposi un venti o trenta soggetti da melodramma; ma quale fu riconosciuto troppo serio ed in Roma allora, almeno in carnevale, volevano ridere; quale troppo complicato; quale soverchiamente dispendioso per l'impresario, le di cui viste economiche esser debbono sempre rispettate dalla docilità de' poeti: e quale infine non conveniente a' virtuosi cui veniva destinato. Stanco dal proporre e mezzo cascante dal sonno, sillabai in mezzo ad un sbadiglio: Cendrillon
. Rossini, che, per esser meglio concentrato, si era posto in letto, rizzatosi su come il Farinata dell'Alighieri: «Avresti tu core di scrivermi Cendrillon
?», mi disse; ed io a lui di rimando: «E tu di metterla in musica?»; ed egli: «Quando il programma?»; ed io: «A dispetto del sonno, dimani mattina»; e Rossini: «Buona notte!»: si ravvolse nella coltre, protese le membra e cadde in un beato sonno, simile a quello degli Dei d'Omero: io presi un'altra tazza di thé, combinai il prezzo, scrollai la mano al Cartoni e corsi a casa. Là un buon caffè di moka rimpiazzo il thé della Giamaica; misurai più volte per largo e per lungo con le braccia conserte la mia camera da letto, e quando Dio volle mi vidi dinanzi il quadro: scrissi il programma della Cenerentola
, e all'indomani lo inviai al Rossini. Ne restò soddisfatto".
La testimonianza è quella del librettista Ferretti, che ci racconta in queste righe l'origine della Cenerentola, senza lesinare un paragone ("rizzatosi su come il Farinata dell'Alighieri") in cui il nostro prediletto Gioak riceve un'inverosimile omaggio d'imponenza (rendiamoci conto, Farinata aveva una coloratura eroica che nel Gioak avrebbe fatto potenzialmente ridere)...
Dopo il dovuto preambolo, passiamo alle cose serie, cioè una DENUNCIA. Rincuoro subito i miei cinque alla seconda lettori: non è il Gioak che, finalmente, si vendica di me e di tutte le volte, in pubblico e in privato, l'ho bonariamente preso in giro, ma sono io che, tanto per cambiare, mi voglio lamentare del mondo circostante.
Aspasia mi ha annunciato che prossimamente la RAI si degnerà di tornare agli antichi splendori musicali (si spera), con una Cenerentola nei luoghi e nelle ore che si ambienterà nientemeno che in questo posticino sobrio:
che altri non è che Stupinigi in quel di Torino. Pare che il tutto avverrà ai primi di Giugno.
Sulla gran parte dell'iniziativa, però, pende ancora un segreto di Fatima, perché ancora non sappiamo chi saranno gli intrepidi protagonisti che si sottoporranno al nostro giudizio spietato, ma già in RAI circola la pubblicità.
Io non l'ho vista.
Aspasia, per compensare, l'ha già intercettata un paio di volte.
E me l'ha raccontata.
Ha detto che non offre chissà quali lumi sul lieto evento.
Ma si vede una scarpetta.
...
Una scarpetta?
Signori, Walt Disney ci ha definitivamente annacquato il cervello!
Adesso chi lo spiega al Gioak che lo smaniglio, che ai suoi tempi era stato adottato per motivi di censura, è passato nuovamente di moda? Adesso chi lo spiega alla Gertrude Righetti-Giorgi, la prima interprete, che la polemica che aveva travolto la sua caviglia (che un giornalista maligno aveva insinuato bruttina e perciò si era operata la sostituzione della scarpa col braccialetto), potrebbe invece tornare di moda? Chi lo dice al Ferretti che una sciagurata pubblicità ha falciato ancora una volta le intenzioni del librettista?
Siamo messi male, Mamma RAI.
Tre mummie ottocentesche sono già in rivolta... E due blogger pure!